“Abitami nelle emozioni che ho dentro e leggerai la bellezza del Creato” ed è con questa mia citazione che voglio introdurre un pittore dal tocco penetrante, descrittivo e fotografico, nonché un acuto osservatore della visione estetica che, con il plettro delle sue emozioni che si agita come musica sulle tele, ci fa avanzare nella bellezza del Creato che vi è intorno a noi e che, talvolta, per superficialità o semplicemente per bonaria distrazione non ne profiliamo bellezza alcuna.
Ebbene, attraverso le sue opere possiamo quindi percorrere quegli attimi fotografici a cui non ci eravamo abbastanza soffermati, perché la pittura ha proprio questo compito, ovvero di mostrarci ciò che ai nostri occhi, nel contesto reale, non ci rimane impresso. Lui è Gianni Luigi Cau e con le sue tele ad olio ci dimostra che l’arte oltre a beneficiare della sostanza emotiva racchiude la conoscenza della realtà ramificando su orizzonti tangibili e dando forma alla scenografia autentica attraverso elaborati artistici. Nato l’8 settembre del 1952 e residente a Guspini, opera con intensità l’arte pittorica e, nel corso degli anni, si è specializzato egregiamente sulla pittura ritrattistica e sulla fedele riproduzione dei grandi classici d’autore.
MADRE TERESA DI CALCUTTA
Nel quadro Madre Teresa di Calcutta, il dolore ha il tocco magico della speranza e la speranza, con il suo bagliore emotivo, ha il valore di una lieta vita. Ammiriamo il cielo che possiamo dunque definirlo tempestoso come fosse un mare agitato, ma sulle tracce delle spumose nubi, a destra, uno squarcio forte e prorompente fa tacere il buio con l’intensità di una luce che, come un faro, penetra nelle sorti degli innocenti. Una piccola creatura di colore, scossa dalle dure circostanze, ha gli occhi cosparsi dai perché mentre lente scendono lacrime che solcano il viso di nude fragilità. Madre Teresa sorregge il suo dolore accogliendo il bimbo come fosse una gemma nel fardello dei mali e condividendo quello strazio per farne alleggerire il peso insostenibile che lo angoscia. È dunque un’immagine di dolore nutrita dell’amore e dalla fede di una croce esposta sul petto di una grande Donna. Seppur il cielo è tetro, quello squarcio di luce evidenzia i loro volti di speranza e li avvolge in un’aurea splendente per ricordargli che i tramonti dell’anima precedono la luce e le ombre del cuore lasciano spazio a bagliori pulsanti di volontà. Lo definirei quindi il quadro del cambiamento che trasforma il dolore in amore e il male in speranza.
IL NATALE VISTO CON GLI OCCHI DEI BAMBINI
E sulla base della speranza che possiamo contemplare il dipinto Il Natale visto con gli occhi dei bambini. Candide emozioni si intersecano nei sogni come fosse sempre Natale e, a ricordarci l’incanto delle atmosfere natalizie, è proprio quel cappellino indossato gioiosamente dalla bimba che si abbina perfettamente all’espressione dei suoi occhioni blu pieni di desideri. Le luci colorate, al margine destro, creano un clima caloroso e complice della piccola che, esprimendo assorta i suoi magici pensieri, ripercorre il Natale ogni volta che si accende d’emozione.
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DAMA CON L’ERMELLINO
Infine, un falso d’autore ci fa rivivere un’ideazione di Leonardo da Vinci, è il quadro Dama con l’ermellino, lasciandoci un segno profondo. Ebbene, attraverso questa opera, godibile nell’autentica riproduzione, possiamo captarne la forza dell’artista Cau che, grazie alla tecnica sapientemente costruita, riesce a riprodurre qualunque prospettiva con la stessa simmetria di una macchina fotografica. Pertanto, si tratta di un chiaro talento ottico e concettuale poiché con i suoi colori e con le sue attente pennellate nutre le tele di visioni reali e conducibili all’elevatezza dei grandi artisti del passato, regalandoci bensì, delle fedeli interpretazioni che potremmo concederci solo facendo ingresso nei musei.
Attraverso le sue opere, possiamo quindi, beneficiare di uno spettacolo unico, sentendoci di fronte ad un grandioso quadro storico e fantasticandone suggestivamente il momento di produzione dell’originale per poi ricelebrarlo nell’accurata osservazione del falso d’autore che, con gratitudine al maestro Gianni Luigi Cau, ne contorniamo uno stupendo omaggio. Omaggio tratto da un percorso artistico importante perché come sosteneva Leonardo da Vinci “L’arte è scienza, non si improvvisa e non si accontenta di qualunquistiche e superficiali approssimazioni, anzi richiede un duro e sistematico lavoro”. Ed ogni qual volta che non riusciamo a distogliere lo sguardo da un’opera d’arte essa avrà il valore di un’immagine eterna che albeggerà come uno spicchio di sole al cuore toccando le note più sensibili dell’anima.