Scene oniriche ed eleganti si posano sul respiro di un pensiero e l’autore preraffaellita Édouard Louis Félix Bisson, nato a Parigi il 6 aprile del 1856 e deceduto a Orgeval il 18 luglio del 1945, come fosse un “equilibrista-giocoliere” dei colori, animò la sua fantasia con eterni capolavori pittorici che, racchiudendo delle sensazionali stesure pastellate, incentrano il tema delle donne e della loro soave delicatezza, paragonabile, in candida analisi, a motivi floreali.
L'ALTALENA
Un olio su tela di straordinaria composizione artistica è intitolato L’altalena.
Esso evoca una melodiosa circoscrizione su una fanciulla che, dondolata con delicatezza da un fascio di fogliame, sospinge i suoi sogni fra gli angeli, due dei quali, osservandola velatamente alle sue spalle, ne esaltano delle virtù divinatorie.
Un piccolo cherubino, predominante al suo fianco, mantiene con candore un velo che, come una scia riversata sulla donna, ne contorna le vesti di morbidezza.
Tuttavia anche l’abito, roseo ed elegante, è motivo di esaltazione del suo corpo statuario, come benanche i suoi capelli lunghi e mossi che si lasciano condurre dai venti con totale naturalezza espressiva.
Lo sfondo invece, tenue e caloroso, diffonde un filtro lucente regalandoci, bensì, una motivante percezione paradisiaca.
L’opera pittorica fa parte di una collezione privata poiché il proprietario il 6 giugno del 1986 l’acquistò a New York dalla casa d’aste Sotheby’s.
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LE TRE GRAZIE
Un’altra prestigiosissima opera, anch’essa parte di una collezione privata, è Le tre grazie. Firmata da Bisson nel 1899 ci conduce, con raffinata visione, nella premiante percezione emozionale offertaci dal suo amorevole pensiero nei riguardi delle donne.
Nella produzione ad olio su tela, vediamo tre signore sedute mentre attenzionano un putto che offre loro delle mele.
La donna, con l’abito floreale e dalla delicata tinta acquamarina, romantica la visione con uno sguardo estasiato, incentrando la forza della sua personalità mediante la delicatezza dei fiori che le ornano il capo e la spalla.
Inoltre, anche la signora posta in primo piano ha una figurazione molto evocativa, poiché lascia affiorare un forte interesse verso l’angioletto. Il suo abito, setoso e chiaro come la sua pelle, incentra il candore della femminilità.
D’altro canto, anche la donna dietro le prime due figuranti, mostra i suoi tratti eleganti e gentili e, cercando di richiamare l’attenzione del cherubino smuove, con un gesto molto educato, un lembo del suo scialle in organza incentrandone il valore di una silenziosa attesa, per acquisire la parola desiderata.
L’artista quindi, attraverso le sue visioni surreali, ci offre un’argentea chiave emotiva dacché scaturisce, nelle nostre personali pulsioni sorgive, l’idea di un ‘sogno’ ossia di una profilazione paradisiaca che divampa sui nostri bisogni terreni.
Pertanto, mediante le sue pregevoli pennellate, possiamo dare forma ai nostri desideri motivandoci in una dimensione pacifica e compenetrandola di bellezza razionale.