“Rievocazione storica”, sentire il suono di queste due parole è già poesia. Ci troviamo nel cuore di Sulmona, una caratteristica città abruzzese che, con le sue pulsioni antiche, effonde un forte richiamo artistico e culturale. In uno dei suoi spettacolari eventi, la giostra cavalleresca – giunta ormai alla ventisettesima edizione – rappresenta il sogno di un passato che non si è mai dissolto, poiché compenetrante sulle nostre visioni di bellezza. E proprio qui, in questo suggestivo evento diretto con grande impegno e coronato da tutti i partecipanti quali dame, cavalieri, armigeri, sbandieratori, suonatori di chiarine e dalla “ricercata” Regina Giovanna d’Aragona – che vi è sempre inter-pretata da un volto noto – affiorano delle avvincenti sfide, dove i cavalieri più forti e appartenenti ognuno ad un sestriere, si imbattono in un torneo cavalleresco alla conquista del Palio.
Il palio (ambitissima tela dipinta da un artista prescelto di anno in anno mediante un concorso internazionale appositamente indetto), accompagna l’intero programma con quel tocco di magia in più, al fine di essere donato al sestriere vincitore sulla gara dei borghi. Si tratta di uno scenario fortemente emozionante che, incastonato come un diamante baciato dal sole nella grande piazza Garibaldi, lascia scorrere delle sensazioni intense, impregnandosi di quel significato tanto ricercato da tutti noi, ossia l’amore per ogni rievocazione passata che ha lasciato un segno importante sulla nostra storia, proprio come il periodo Rinascimentale che vi è intessuto in questa circostanza.
IL PALIO
Quest’anno l’opera prescelta per il palio è stata prodotta dalla talentuosa artista Luna Berlusconi e vinta dal sestriere Porta Manaresca. In visione un cavallo a testa in giù sembra chinarsi alla gentilezza di un tempo, come pronto ad accogliere una carezza per poi lanciarsi con grinta verso un grande obiettivo.
È dunque un cavallo in cerca di supporto per offrire gratitudine e, in cerca di amore per sovrastare gli ostacoli del suo percorso con minor fatica. L’artista ha quindi originalmente rappresentato – sulla base della mia personale interpretazione – una tenera immagine “volta dietro le quinte” e non durante l’esibizione cavalleresca, perché in fondo è ciò che non si vede dall’esterno che determina la costruzione maggiore del nostro impegno. Infatti quella posa ferma del cavallo, in uno stato di quasi totale abbandono, accoglie a sé una sorta di riflessione sull’ascolto centrandosi spiritualmente anche nelle debolezze al fine di riuscire ad adempiere con chiarezza alla sua missione.
Evidenziando l’attenzione sull’elaborato pittorico, il soggetto acromatico dipinto ad olio su tela di 1,20 x 2,40 mt e che vi è rivestito da stoffe e confezionato con passamaneria, matura un’immagine completa e strutturata con variegatura compositiva. A contrasto uno sfondo dipinto in bronzo richiama l’imponenza di una lega dura e resistente come quella dello stagno e del rame, al fine di proiettarci con spontanea immediatezza in un’antica ambientazione.
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GLI AMANTI IN TERRAZZA
Altra opera di sublime entità è un omaggio del 2021 a René Magritte. Luna Berlusconi infatti, con smalto e magnete su tavola 90 x 130 cm, ha ricreato l’immagine de “Gli amanti” rinominandoli Gli amanti in terrazza con un originale movimento pittorico. Tuttavia lo sfondo, sebbene sia nero, vi è di spicco per la matericità e per la superficie riflettente, donando una trasformazione luminosa ed enfatizzante verso i due soggetti riproposti. Inoltre le rose, poste sui laterali in basso, lasciano “ri-fiorire” la vita dei due amanti con gentile prepotenza espressiva, regalando un contrasto magenta, sulla coerente acromaticità determinata da tutta la superficie artistica.
LA CONDOTTIERA
Infine attenzionando La condottiera del 2021, anch’essa prodotta acromaticamente su sfondo lucido e materico con smalto e magnete su tavola 100 x 70 cm, ci affacceremo su un capolavoro dell’anima dove l’artista, con intenso “ardore” verso le avversità, ha estroiettato una potenza combattiva rappresentata dalla visione di una donna alata senza testa, che rimanda alla nota statua di Nike di Samotracia, (personaggio della mitologia greca, nonché dea alata della vittoria e figlia del titanio Pallante e della ninfa Oceanina Stinge).
L’opera, sofferta ma anche volta verso l’innalzamento del corpo spirituale, determinando la consapevolezza d’azione, vanta un propositivo flusso energetico che, effondendosi sulle emozioni, non le lascia sprofondare nell’impotenza. Si tratta dunque di un simbolo vittorioso sulla battaglia dell’Eurimedonte che ci induce ad un monito davvero importante, sul quale prestare molta attenzione. E, per meglio attribuirne una similitudine rappresentativa che ne delinei la morale, possiamo farci dono di una frase di Virgilio, lasciando forgiare le nostre anime sulla comprensione delle nostre volontà, ossia che:Vince solo chi è convinto di poterlo fare.