Sempre più italiani nervosi e inconsapevolmente dipendenti intossicano le loro vite guardando costantemente le soap opera. É il caso attuale delle serie turche che entrando nelle case degli italiani con imponenza inducono le persone più deboli a guardarle poiché sono letteralmente bombardati dalle loro pubblicità. C’è chi addirittura segue più soap al giorno recando cosi dei notevoli danni cerebrali irreversibili. Mattina, pomeriggio e sera, stanno diventando una droga che – come sostengono gli studiosi – questo eccesso da parte dei telespettatori nuoce non meno della tossicodipendenza.
Tutto merito di una forma di “operazioni d’affare” dove contano i numeri di ascolti mediatici, senza tener conto della salute delle persone.
Coloro che sono particolarmente dipendenti seguono queste trasmissioni in diversi orari al giorno e, convincendosi che sia un passatempo innocuo, guardano la tv evitando a quel determinato orario di svolgere altre attività lontano dai campi magnetici. Addirittura vanno a dormire più tardi delle loro abitudini per seguire una puntata. Tutto questo comporta un grande aumento adrenalinico incrementando la produzione del cortisolo ossia l’ormone dello stress prodotto dal surrene su impulso del cervello, determinando l’aumento di glicemia e grassi nel sangue, mettendo a disposizione l’energia di cui il corpo ha bisogno e causando dei devastanti effetti negativi per l’organismo a partire dallo stress.
Stress che poi si ripercuote nel quotidiano, motivandosi ad esprimere critiche, a perdere la pazienza con facilità, a discutere con rabbia su cose talvolta banali e nei casi più gravi fino ad arrivare all’irascibilità incontrollata.
Si raccomanda quindi di moderare la visione tv in generale e di tenerla accesa nel tempo massimo di non oltre le tre ore al giorno. Ciononostante, chi accende la televisione dalla mattina ha sempre una giustificazione pronta: “devo tenermi aggiornato su quello che accade nel sociale”, “seguo poco la tv, era semplicemente accesa per compagnia”, “seguo una sola soap opera, e solamente per relax”. Di conseguenza il vero problema e affrontare una dipendenza se non la si riconosce come tale e in particolare le soap opera turche che creano degli stati di tensione lasciano lo spettatore nella suspense e, con l'utilizzo annesso di quelle colonne sonore d’impatto, alterano le loro emozioni, procurando delle tristi conseguenze inaspettate.
La giovane pastorella
Spostandoci sulla tematica pastorale, attenzionata in diverse opere da Bouguereau, troviamo un olio su tela di 157 x 72 cm del 1885 titolato La giovane pastorella.
Conservato al San Diego Museum of Art, accentra a sé un richiamo malinconico. La fanciulla, rivolta con il viso verso l’osservatore che ammira il quadro, mostra un fare pensieroso e al contempo disinvolto, con un linguaggio posturale morbido e spontaneo e, altresì, nostalgico verso dei ricordi che conserva nel suo intimo. Sul ciglio della strada e ai piedi di un vasto terreno vegetativo lascia brucare i suoi animali. Sembra quasi che lì il tempo si sia ripreso la sua forza dello scorrere lento, lasciando andare le nubi a ricamo del cielo, come fosse una tessitura pregiata molto soffice e quasi impercettibile dalla delicatezza compositiva. I colori pastello, dai verdi prati ai marroncini della terra, bilanciano la produzione pittorica con variegata compostezza. Nulla vi è in contrasto, persino gli abiti della ragazza si conformano ai toni pacati dell’orientamento paesaggistico. Inoltre, osservando le sue mani, poste dietro la schiena e impegnate da un ramoscello, comprendiamo l’importanza che la natura le trasmette, misurandone quasi il suo “ossigeno” ossia il suo fedele ambiente per i campi. Tuttavia anche i suoi piedi scalzi ci comunicano delle grandi risorse, poiché nella loro nudità li vediamo protetti di perseveranza e affrontando le giornate con il fare della determinazione, portano grinta all’attività pastorale sostenendola abitualmente.
Si tratta di un’immagine ricca di significato che si accosta ad un pensiero meritevole di Ella Wheeler Wicox, Non esiste circostanza, né destino, né fato che possa ostacolare la ferma risolutezza di un animo determinato. E, con questo sano principio che, in un certo qual modo annulla gli ostacoli per giungere sulla strada della buona volontà, possiamo ritrovarci nel contesto morale dell’opera forgiandone di consapevolezza il nostro avvenire.