Non c’è peggior dittatura di una falsa democrazia. Con questa visione di Mohamed Fedi Ben Saadi incorniciamo il quadro della vita, manifesto del disgusto più tossico procreato dai nulli. Così, traendo ispirazione da un delicato momento balzato sulle insidie del tempo come carne marcia, ho pensato fosse l’ora giusta per incentrare drammaturgicamente quelle malsanità che sopraffanno i diritti altrui senza alcun diritto.
L’UOMO CON LA BOMBETTA
Da qui, presento il lodevole dipinto L’uomo con la bombetta di Magritte, surrealista proprio come la società quando decide di darci dei falsi e appetitosi “messaggi- bonus”. L’autore belga René François Ghislain Magritte, nato a Lessines nel 1898 e deceduto a Bruxelles nel 1967, con la sua opera facente parte di una collezione privata a New York – in tecnica ad olio su tela – raffigura il busto di un uomo con il cappello a bombetta e il volto celato da una colomba, al fine di preservarne la sua identità e sviluppandone il messaggio che ciò che è sotto gli occhi di tutti non sempre è ben visibile. D’altro canto, Magritte era un appassionato di romanzi polizieschi e certe dinamiche gli trasmettevano dei forti impulsi riversabili sull’arte.
Infatti da questo quadro, risalente al 1964, possiamo analizzarne la sua forza indagatrice che coerentemente può essere accompagnata da questa sua precisa affermazione: Tutto quello che vediamo nasconde qualcosa, e noi vogliamo sempre vedere cosa è nascosto dietro ciò che vediamo.
L’uomo celato possiamo, pertanto, identificarlo come il protagonista di una realtà annebbiata, ma la colomba simbolo prezioso di pace, può indurci alla consapevolezza della soluzione che annienta ogni realtà distorta proposta da una società insana. L’opera, elaborata con criterio minimalista, ha uno sfondo neutrale e al contempo curato nel procedimento pittorico, mostrando l’essenziale impatto visivo in riferimento all’uomo vestito in giacca, cravatta e cappello dell'epoca che, coperto sul volto da una colomba in volo, ci induce a smascherarne l'ignoto con le più personali riflessioni.
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IL FALSO SPECCHIO
Spostandoci su un altro esemplare dipinto dell’autore, portiamo in visione Il falso specchio
È dunque un occhio che dal mattino ha assorbito delle visioni “usuranti”, tramutando quei contesti sgradevoli in nubi. Per darne una figurazione più determinante dell’opera possiamo indurci al paragone del nostro risveglio, dove il silenzio è un saggio ascolto per ossigenarci del nuovo giorno. Entrando quindi in preziosa connessione con noi stessi e con la natura che ci circonda, non diamo spazio a quei contenuti nocivi che dal mattino sporcano inconsapevolmente le nostre teste condizionando in negativo la nostra giornata e, altresì, le nostre scelte.
Poiché nel mondo socio-mediatico i messaggi subliminali sono molteplici e noi come spugne ne assorbiamo l’inchiostro che macchia al profondo le nostre consapevolezze, lasciandoci inoltre, l’illusione di avere un pensiero personale ma che, in realtà, è stato contaminato da quelle argomentazioni imposte. Liberare il cielo da quelle nuvole che offuscano i nostri occhi o, per meglio dire, “il nostro occhio spirituale” ben figurato da René Magritte, significa quindi riuscire a chiarificare la bellezza della semplicità naturale, proprio lì, dove l’uomo non ne ha ancora innalzato il danno. Pertanto, chiudendo il cerchio spontaneo della vita possiamo lasciar emergere che: “osservare” è molto meglio del vedere così come, talvolta, “riflettere” può rivelarsi molto meglio dell’agire.