È stato un pittore e un architetto italiano fra i più celebri del Rinascimento, Raffaello Sanzio nato ad Urbino nel 1483 e deceduto a Roma nel 1520, ha dato slancio ad un percorso artistico di grande importanza rappresentativa per il nostro Paese, conducendo le sue personali emozioni con estrema cura e, proprio come un vero “pilota” è riuscito ad imprimere una sorta di viaggio tra i suoi formidabili dipinti.
Ebbene, analizzando gli angioletti di Raffaello, conservati nella Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, resteremo affascinati dalla stesura dei colori ad olio che, con delicatezza espressiva, evocano una correlata intensità sulla minuziosa elaborazione artistica.
Tuttavia, dando forma ad un’analisi descrittiva, ci immergeremo su un telaio delle emozioni dove leggiadri come nubi echeggiano assorti i pensieri di due cherubini.
Ed è così che nasce la musica dell’ascolto che, romanzata da una visione di pace e curiosità, conduce delle piccole creature alate sul faro della nostra illuminazione.
Rilucente, è infatti, la percezione che trascende le due forze del Creato, ovvero quella tangibile che determina la concretezza dell’opera pittorica e quella spirituale che, incentrando l’empatia col Divino, fluisce nella libera dimensione del soprannaturale.
Questo vale a dire che, osservando con trasporto il dipinto della Madonna Sistina nel dettaglio dei putti, riusciremo ad interpretarne le due realtà che figurano nella bellezza dell’ascolto.
La prima, rappresentando una produzione tecnicamente esemplare e variopinta di equilibrate sfuma-ture, pone dei connubi armonici esaltandone l’impressione realistica.
La seconda invece, esaminante sulla psiche, influendo sugli stimoli sensoriali, ci dona la sensazione di sentire il profumo della pioggia evocata dalle nuvole, di mirare i colori che richiamano l’autunno, di toccare la materia creata con delle fluide pennellate e di sentire la musicalità avvolta dai pensieri misteriosi degli angeli.
Un altro dipinto di interessante contenutistica è un olio su tavola sito nel Museo Condé di Chantilly e titolato Le tre grazie.
Nella figurazione tre romantiche donne sembrano voler evocare la ricerca della perfezione mediante delle sfere.
Infatti, ciò che ci appare protagonista sono proprio le loro braccia leggermente tese nel tenere in mano una sfera, come a voler simboleggiare nella rotondità dell’oggetto le loro forme morbide e sinuose nonché il valore della bellezza, della seduzione e della fertilità.
Le tre grazie, poste a circolo, si mostrano candide nell’autentica nudità dove gli unici accessori ornamentali da loro prescelti sono, per la prima fanciulla, delle perle di corallo tra i capelli e una fascia d’organza che, accostandosi morbida sui fianchi, definisce il ruolo di biancheria intima.
Mentre per la seconda e la terza, vediamo delle perle di corallo che si adagiano sui loro corpi di cui, ad una, ne ornano il capo e la parte posteriore del collo con un ciondolo posto al centro e, all’altra, interamente il collo con un vistoso pendente sul petto.
Sullo sfondo, osservando la terra che sublima un colore caldo, imprimeremo meglio un piacevole senso di avvolgenza che, amabile proprio come le tre grazie, ne loda la morbidezza espressiva della visione pittorica.