Si tratta di una importante collezione artistica privata e, tuttavia, chi ha il privilegio di beneficiare di queste esemplari visioni, ne resta letteralmente conquistato dal bilanciamento cromatico e altresì dalle stesure pastose dei colori ad olio che, come fossero delle esplosioni emozionali, vi sono adagiate sulle tele del Di Martino con estrema naturalezza. Un quadro è un respiro profondo nutrito dal tempo, è uno spirito libero che viaggia oltre le percezioni più realistiche e ne compone le forme con l’arte della creatività. Il maestro Giuseppe Di Martino, nato a Sulmona, fin dalla sua giovinezza, ha dato slancio ad una forte propensione artistica esprimendo la sua personale cognizione della bellezza ‘est-etica’ mediante l’arte pittorica che, con pregio, lo ha accompagnato in un percorso di crescita introspettivo.
Sulmona, acquedotto medievale
Il quadro dedicato all’acquedotto medievale di Sulmona e ambientato nel 1935, ci induce ad una dimensione distensiva, poiché l’autore estroiettando la luce con un effetto sabbiato, ha uniformato l’impatto visivo creando un’immagine piena ed equilibrata nella intessitura della stessa. Poiché un dipinto non è soltanto una mescolanza di colori, ma è anzitutto un incedere di pulsioni contemplative che divengono manifesto del nostro “Io” e, proprio come una stoffa dal filato pregiato, se ne ricamano le espressioni psico-visive, ornandone gli intrecci della vita con il valore dell’autenticità. In primo piano, delle donne sedute sull’antica scalinata sulmonese lavorano assorte nelle loro mansioni abituali, mentre un’anziana signora di passaggio si sofferma a guardarle per poi, forse, riprendere il suo cammino altrove. Sullo sfondo invece, vediamo altri due passanti, di cui uno, trovandosi davanti al portale della chiesa di San Francesco della Scarpa, ci fa imprimere meglio la visione totalizzante del luogo illustrato.
Mercato in Piazza Garibaldi, Sulmona
Un’altra opera realizzata ad olio con la similare tecnica del bilanciamento cromatico, figura il mercato in Piazza Garibaldi, sito nella citta di Sulmona. L’immagine folcloristica e attinente ad uno scenario del 1936, ci ammanta di genuinità sociale, lasciandoci immergere nelle tradizioni passate, dove l’abbondanza delle cibarie venivano soventemente acquistate in loco, garantendo quella biologicità tanto ricercata nell’oggi.
Il fratello
In ultimo, focalizziamo l’attenzione su una pregevole tela di grande motivo affettivo per l’autore, poiché ritrae suo fratello minore nella purezza della sua autentica essenza. Abbandonandoci all’analisi più intima di questa singolare opera, ne resteremo affascinati per la forza morale intrisa in essa. L’uomo, figurato completamente nudo e in ginocchio, evangelizza l’autenticità del proprio “Io” con una intensa umiltà spirituale e, tendendo la sua mano sinistra verso una sorgente d’acqua, simboleggia la purezza del suo cuore. La sua posa, illustrata di profilo su uno scenario montano, ne evidenzia i piedi incrociati, evocando una connessione stabile con la meditazione che, ad occhi chiusi, rivolge al suo Credo. La tecnica profusa in questo particolare capolavoro sentimentale è, tuttavia, coerente con molte delle sue produzioni elaborate ad olio, poiché effondendo un velato filtro giallino, è riuscito ad esaltarne i colori della terra irradiandola di calorosità. D’altro canto, come sosteneva il filosofo Seneca “Tutta l’arte e imitazione della natura” e, proprio mediante essa, possiamo omaggiarci dello sviluppo bio-naturale della terra che ci induce all’autoanalisi creativa, motivandone la nostra crescita interiore e alimentandone il frutto del futuro poichè: “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni” - Cit. Roosevelt.