L’amore è la chiave.
Una luce che svela il simbolismo dei sentimenti illuminando a giorno le più segrete e recondite stanze dell’inconscio. Lentamente la realtà acquista profondità di orizzonti, trasparenza di sostanza e pregnanza di significato. L’Amore è la chiave, l’amore è Malùa, donna, modella, icona, levità e fascinazione magmatica, libertà e sacrificio, l’Amore fatto carne e spirito: un insondabile Mistero. Con un narrato quasi autobiografico Max Loy intreccia i capitoli di un esodo esistenziale iniziatico personalissimo.
Affascinato dall’incontro con la Bellezza ma irretito dalla concupiscenza, attraversa deserti in un avventuroso pellegrinaggio nella terra di nessuno, in precario equilibrio sullo spartiacque delle infinite dimensioni del reale. Guidato e salvato dall’Amore matura nuovi pensieri per fermarsi arreso e benedetto ai piedi di una croce.
Questo libro parla di un tempo lontano e di un misterioso amore che ha sedotto la mia anima adolescente, un amore enigmatico che mi ha preso per mano e mi ha condotto fino all’alto valico da dove ci si affaccia sulla terra promessa: lì mi ha lasciato solo perché facessi la mia scelta esistenziale.
Sono passati tredici anni dalla mia prima memoria scritta, poi altri venti e altri anni ancora e le pagine dei quaderni dove tra un groviglio di cancellature sono narrati questi fatti, sono ingiallite. Anche nel ricordo sbiadiscono i contrasti e la forza dei colori dei miei quadri. L’accumulo di giorni si perde nell’azzurro delle distanze, nell’oro dei tramonti, diventa luce diffusa nell’anima.
Rileggo questi appunti sereno, con un sorriso d’affetto e un vago rimpianto d’aver capito tardi. Tutti i capitoli custoditi dalla memoria sono illuminati dall'avvolgente e morbida luce di un meriggio astratto, luce ferma nella fissità di una foto, momento sospeso in cui le palpebre si abbassano lasciando filtrare tra le ciglia l'azzurra luce di un orizzonte marino che già è sogno. La vita è sogno e il sogno è l'estate, in quest'ora del giorno, in questa mia età matura che sfuma i contorni dell'ovvio, come in una foto d'arte.
Ad occhi chiusi, vedo il giallo, l'arancio, il rosso, ciò che il sole matura, ad occhi socchiusi l'azzurro del cielo e dalla tavolozza di questi colori vedo uscire lei, icona d'estate, entrare e uscire a suo gusto dal mio immaginario: lei, sempre presente, sempre distante. La scena non muta, è paga della sua perfezione. Il suo segreto è nascosto nel tempo futuro o, forse, disperso nel tempo presente, tra la sabbia che scivola tra le mie dita. Questo mi piace, in arte è bello il non detto, meraviglioso come la profondità, come la vertigine dell'altezza, come l'infinito delle distanze: tutto ciò che contemplano i miei occhi chiusi, abbagliati dalla luce di quest'ora letteraria ed emblematica.
Capire per credere e… credere per capire:
...Prima che il sole sorga con la sua troppa luce, prima che il sogno fugga in recessi lontani, sul far dell’alba ho lo spazio di un minuto: questo è il tempo che mi è stato dato, al risveglio…
L’Amore mi ha fatto riflettere. Ho capito, forse ancora in tempo, di non somigliare molto a un principe azzurro, ma piuttosto a un pirata. L’amore è il nostro principio di salvezza e per questo è sempre possibile che una storia sbagliata possa conseguire il lieto fine, basta sperare nell’amore anche al di là del nostro fallimento più totale. Questo è infatti il carisma dell’amore: l’Amore ha il potere di liberare. Per l’abbondanza della Sua misericordia mi sento assolto, amato, perdonato e rimesso nuovamente in cammino.
Ma questa è una storia che inizierà dopo l’ultima pagina di questo racconto: non si arriva mai a casa.
Nel sogno, nella fantasia e nella realtà.
Dentro di lei, dentro il suo corpo, con la fiamma e il tumulto della passione, accanto a lei, con tenerezza e premura attenta, e oltre lei, con sofferenza e con speranza: queste le vie sulle quali ho cercato il suo amore, queste le vie sulle quali l’Amore mi ha cercato