La storia del cinema italiano è legata alle opere di Vittorio De Sica. Attore, regista, sceneggiatore, tra i cineasti più influenti della storia del cinema italiano del Novecento, ci ha lasciato una grande eredità artistica e una carriera coronata da quattro premi Oscar e innumerevoli altri riconoscimenti.
Dopo il debutto in teatro si è dedicato al cinema con realismo, ironia, educazione, segnando la strada ai più grandi attori e attrici del cinema italiano da lui diretti: Alberto Sordi, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida e persino Totò ed Eduardo De Filippo.
Attore brillante, con la sua leggerezza, la simpatia naturale, amato dal pubblico e acclamato dalla critica, De Sica è stato un maestro dell’arte cinematografica senza pari. Ancora oggi retrospettive e speciali televisivi raccontano il suo modo di fare cinema come attuale e senza tempo.
Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano De Sica nasce a Sora, in provincia di Frosinone, il 7 luglio 1901 da una famiglia di umili origini, di “tragica e aristocratica povertà” come spesso ha affermato. Il padre Umberto funzionario della Banca D’Italia e la madre Teresa Manfredi casalinga napoletana.
Gli eventi drammatici della Prima Guerra Mondiale inducono i suoi genitori a trasferirsi prima a Napoli e poi a Firenze e Roma. Comincia ad esibirsi giovanissimo come attore dilettante e nel 1923, terminati gli studi in ragioneria, si aprono le porte del teatro, la sua grande passione, iniziando quella che poi si rivelerà una brillante carriera di attore e poi di regista. In seguito, con la Seconda Guerra Mondiale e quello smodato bisogno di raccontare l’Italia, intraprende la carriera di regista cinematografico.
DE SICA E IL NEOREALISMO
Personaggio assai distinto, brillante, dotato di grande talento, De Sica diviene ben presto, insieme a Roberto Rossellini e Luchino Visconti, il massimo esponente del Neorealismo, un movimento artistico-culturale, un nuovo linguaggio cinematografico che pone l’accento sulle classi sociali più deboli, emarginate e disagiate, raccontando la situazione economica e morale del dopoguerra italiano e riflettendo il cambiamento della nazione dopo l’immane conflitto. De Sica ne diviene il ca
poscuola non solo nel nostro paese ma anche nel mondo grazie alla sua capacità di unire questo genere drammatico alla “commedia all’italiana”, con ironia e intelligenza.
I SUOI CAPOLAVORI
Dopo diverse apparizioni sul grande schermo a cavallo tra anni ‘30 e anni ‘40, arrivano i suoi primi capolavori:
Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948) che vincono il Premio Oscar. Conquista il pubblico come attore grazie alla serie Pane, amore e… prima al fianco di Gina Lollobrigida e poi di Sophia Loren, che gli vale il David di Donatello come miglior attore protagonista. Nel 1951 gira Miracolo a Milano, aggiudicandosi la Palma d’oro a Cannes. Notevole anche il rapporto lavorativo con Alberto Sordi, con Il conte Max, Il moralista, Il vigile e Un italiano in America.
Più tardi, abbandonata la corrente neorealista, De Sica si dedica a film più disimpegnati ma non per questo meno carichi di sensibilità e raffinatezza, come lo straordinario L’Oro di Napoli e La Ciociara (1961) che fece entrare Sophia Loren nel mito dei grandi di Hollywood. Oltre all’Oscar come “migliore attrice protagonista” riceve i riconoscimenti più prestigiosi, dalla Palma d’oro a Cannes al David di Donatello.
Poi Ieri, Oggi e Domani (1964) e Matrimonio All’Italiana (1964) grazie al quale vince il suo terzo premio Oscar dirigendo ancora una volta Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Il suo quarto e ultimo premio Oscar arriva nel 1970 con Il giardino dei Finzi-Contini, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani. Ultimo film realizzato è Il Viaggio di Luigi Pirandello, del 1974.
Una lunghissima carriera da attore sul grande schermo con più di 150 film, quindi quella da regista con 36 lungometraggi.
LA FAMIGLIA
Il grande Vittorio De Sica non era noto solo per il suo talento ma anche per i suoi contro-versi matrimoni, spesso fonti di gossip. Non riuscendo a spezzare il legame con la prima famiglia, crea una allargata dividendosi tra le due mogli e i tre figli (Emilia da Giuditta Rissone e Manuel e Christian dalle seconde nozze con l’attrice catalana María Mer-cader) in una sorta di matrimonio aperto.
Indiscusso re del Neorealismo italiano, De Sica è stato indubbiamente uno dei più grandi personaggi della storia del cinema, idolatrato anche dai mostri sacri d’oltroceano che lo citano sempre e immancabilmente come esempio sublime di artista
L’EREDITÀ AL CINEMA ITALIANO
De Sica si spegne a settantatre anni, il 13 novembre 1974, a Parigi dopo un intervento per curare un tumore ai polmoni. La sua salma riposa nel cimitero monumentale del Verano a Roma.
Se l’eredità ai figli è stata inesistente, almeno sotto l’aspetto economico a causa della sua passione per il gioco delle carte, quella al cinema italiano è immensa. Il neorealismo non avrebbe avuto lo stesso impatto se non fosse stato per lui e la commedia all’italiana, come la conosciamo oggi, forse non sarebbe mai esistita. È stato l’uomo di spettacolo e, specialmente nel cinema, di maggior rilievo, nel panorama italiano del secolo scorso. Aveva una presenza scenica come pochi. La traccia da lui lasciata è profonda quanto poche altre.