Correva l’anno 1349 ed era in corso la lunga guerra narrata da Notar Domenico da Gravina nel suo Chronicon de rebus in Apulia gestis.
Butuntum, Palium, Balsinianum e Terra Barii, sono i luoghi di maggior rilievo descritti come teatro dei cruenti avvenimenti in Civitas invicta, romanzo di Vito Tricarico, che riprende, romanzandole, le vicende del Gravina sulle quali hanno avuto notevole influenza da una parte la figura della regina Giovanna I d’Angiò e del secondo marito Luigi di Taranto, e dall’altra re Luigi d’Ungheria e suo fratello Stefano, voivoda di Transilvania.
Causa della guerra durata quasi cinque lunghissimi anni, fu la morte del giovane Andrea, fratello di Luigi e primo marito di Giovanna d’Angiò.
LA TRAMA
Per volere di Roberto d’Angiò, re di Napoli, Giovanna venne data in sposa ad Andrea, suo cugino, appartenente alla casa angioina d’Ungheria, con l’intento di stabilire una continuità fra il suo ramo dinastico, ormai senza eredi maschi, e quello ungherese. Come tante scelte imposte, tuttavia, non fu un matrimonio felice.
Nella notte del 18 settembre 1345, un messaggero bussò alla camera del castello di Aversa dove soggiornava la coppia reale.
Andrea, semi svestito, nell’aprire la porta si ritrovò accerchiato dai congiurati.
L’assassinio fu il presupposto per l’invasione del Regno di Napoli da parte di Luigi d’Ungheria, evento che diventa premessa per gli avvenimenti narrati da Vito Tricarico.
Il conflitto e l’invasione del Regno di Napoli, si conclusero quando Luigi d’Ungheria, convinto che la conquista intrapresa non sarebbe andata a buon fine, affidò al Pontefice l’incarico di un nuovo processo contro la regina Giovanna per la morte di suo fratello Andrea. Il conflitto tuttavia, aveva provocato ingenti danni al territorio e alla popolazione, che aveva sopportato razzie e tradimenti dalle compagnie di ventura, le sole ad aver lucrato benefici dalla lunga guerra.
Il romanzo è un affascinante affresco della Puglia medievale in epoca angioina. Presenta storie di uomini e donne riunite in milizie civiche che si prodigano in difesa della loro città o casale. Descritti con dovizia di particolari gli amori giovanili, menestrelli raccontano storie di eroi, di donne e di santi alle fiere e nelle piazze, il sentimento degli abitanti delle numerose cittadine della Puglia medievale coinvolte e sconvolte dalla guerra, le nefandezze prodotte dalle milizie mercenarie al seguito di Butuntum e Palium, protagoniste nell’assedio alle rispettive città e artefici della soluzione.
Nel romanzo è evidente anche la forte presenza ebraica nelle Puglie dell’epoca. Alcuni eroi protagonisti provenienti da Auricarro, sono ebrei diventati cattolici dopo la conversione forzata del nucleo ebraico residente nella Giudecca di Bari avvenuta nel 1294. A Bitonto è presente ancora oggi una comunità ebraica nel quartiere oggi chiamato Cicciovizzo.