Charles Darwin nasce il 12 febbraio 1809 in Inghilterra da un’agiata famiglia borghese, a Shrewsbury nello Shropshire, ai confini col Galles. Frequenta gli studi di medicina seguendo la stessa carriera del padre e del nonno, ma la sua passione per le scienze naturali lo porta ad imbarcarsi, in qualità di naturalista di bordo, sul brigantino “Beagle” intraprendendo un lungo viaggio che durerà ben cinque anni, pur contro il volere paterno. In realtà mai ribellione ai divieti familiari è stata più proficua. Quel lungo viaggio si rivelò infatti fondamentale per la maturazione scientifica di Darwin.
Il Beagle salpò il 27 dicembre 1831 portandolo nelle zone più remote del mondo, nell’emisfero australe per approdare su molte isole, alcune delle quali erano rimaste quasi inesplorate fino ad allora: Galápagos, Mauritius, Sant’Elena, Falkland, Azzorre... Darwin raccolse moltissimo materiale, analizzò i fossili presenti negli strati geologici arrivando, in forza della sola osservazione coniugata ad una logica ferrea, alle famose conclusioni che conosciamo.
Constatò l’innumerevole varietà di piante e di animali, il perfetto adattamento di ogni organismo al proprio ambiente, il succedersi delle specie nel corso delle varie ere geologiche. Annotò scrupolosamente le sue osservazioni e raccolse numerosi campioni di fauna e flora che gli consentirono di maturare la sua teoria dell’evoluzione, grazie alla quale sconvolse il mondo scientifico. In seguitò Charles scrisse nel suo Viaggio di un naturalista intorno al mondo: “In conclusione, mi sembra che nulla possa essere più utile per un giovane naturalista di un viaggio in Paesi lontani. Esso acuisce e in parte mitiga nello stesso tempo quei bisogni e quei desideri che […] ogni uomo prova anche quando tutte le sue necessità siano pienamente soddisfatte”, sintetizzando quello che definì “l’avvenimento più importante della mia vita e quello che ha determinato tutta la mia carriera”, ovvero l’esperienza a bordo del Beagle. La fine di quella navigazione rappresento per Darwin una fonte di inesauribili soddisfazioni e l’occasione di porre le basi delle sue teorie future.
Nel 1831, a soli 22 anni, Charles Darwin prese parte a una spedizione scientifica che lo portò in America e in Oceania. Cinque anni dopo tornò a casa con il primo abbozzo della teoria dell’evoluzione
Rientrato a Falmouth in Inghilterra il 2 ottobre 1836, decise sposarsi stabilendosi in campagna, a Down, dove visse fino alla sua morte avvenuta il 19 aprile 1882. Una vita sedentaria imposta dal suo precario stato di salute, probabilmente causato da una malattia tropicale che lo aveva colpito durante il viaggio.
Darwin pubblicò Viaggio di un naturalista intorno al mondo nel 1839 e, vent’anni dopo, il suo capolavoro L’origine delle specie che, se da una parte suscitò scandalo e feroci opposizioni negli ambienti religiosi, trovò una vasta accoglienza tra gli scienziati. Il libro era accompagnato da una notevole mole di prove e osservazioni che ne confortavano le tesi e che erano difficilmente smentibili a lume di ragione.
Le omologie strutturali studiate dall’anatomia comparata diventavano la prova di progenitori comuni a tutte le specie; il “finalismo” della religione venne reinterpretato attraverso spiegazioni naturali che non dovevano ricorrere all’intervento divino.
Successivamente i risultati della paleontologia, dell’embriologia, della biochimica hanno avvalorato le sue teorie, cambiando per sempre il volto della vita che osserviamo sulla Terra.
Nessuno meglio di Darwin potrebbe incarnare il prototipo dello studioso che con i suoi pochi mezzi, quelli della ragione e dell’osservazione, è capace di deviare il corso della storia e di influenzare la scienza. Nonostante accese discussioni, la sua teoria sull’evoluzione è divenuta fondamentale per capire le origini e la varietà degli esseri viventi che conosciamo oggi. Non c’è da stupirsi. Il concetto di Evoluzione non va d’accordo con quello di Creazione, così come con quello di un principio ordinatore ben definito, per lasciare spazio al caso e all’imprevisto, alla selezione naturale basata sull’ambiente. Più che normale dunque che la rivoluzione darwiniana si sia scontrata con certezze millenarie e contestata ancora oggi da creazionisti religiosi.
Charles Darwin è sepolto a Londra nell’abbazia di Westminster.
L’origine della specie e la teoria dell’evoluzione
Nell’opera proponeva una spiegazione rivoluzionaria, per l’epoca, di un fenomeno che aveva da sempre attirato l’attenzione degli studiosi, quale l’enorme varietà delle forme degli organismi viventi. Durissima fu la critica della Chiesa che giudicava blasfeme le inevitabili implicazioni della teoria evolutiva; vi scorgeva inoltre una minaccia per la sua autorità: l’uomo non era più all’apice della creazione divina, ma il risultato di un lungo processo di selezione naturale, al pari di tutti gli altri organismi.
Conciliare un’anima immortale con un corpo “scimmiesco” non era cosa da poco. Molti intellettuali cattolici e conservatori e perfino alcuni naturalisti rifiutarono e ridicolizzarono le tesi di Charles Darwin. Secondo la teoria di Charles Darwin, tutte le specie viventi sono tra loro imparentate e sono discese, attraverso successive modificazioni, da antenati comuni vissuti in epoche più o meno remote. Procedendo a ritroso nel tempo si arriverebbe all’antenato comune di tutte le specie.
La selezione naturale
Ho chiamato il principio secondo il quale ogni minima variazione viene mantenuta, se è utile, col termine di selezione naturale. Così Charles Darwin sintetizzò le proprie riflessioni sui processi dell'evoluzione, figli appunto di un severo meccanismo selettivo. In breve: in natura ogni individuo tende a competere con gli altri per l'uso delle risorse, e in questa lotta con l'andare del tempo primeggiano le popolazioni che meglio si adattano all'ambiente, grazie al cambiamento di alcuni caratteri che vengono poi trasmessi alle nuove generazioni. Se tutto ciò trova oggi ampio riscontro nelle evidenze scientifiche, ai tempi di Darwin l'idea che l'essere umano – al pari di animali e piante – fosse il risultato di una lunga evoluzione, e non il frutto della creazione divina, era invece addirittura rivoluzionaria.