I suoi lavori spaziano su diverse tecniche creative e ritroviamo in esse anche la bellezza dei grandi classici della letteratura.
Focalizzando l’attenzione sulle sue Moire, tre sorelle del Destino e dee dal grande fascino emotivo appartenenti alla mitologia greca, ritroviamo le parti dominanti del corso della vita. Ogni Moira determina tuttavia il destino. Ogni Moira lavora un filo ineluttabile
Le tre Moire sono state dipinte con i colori acrilici su tele e ognuna di essa racchiude una fase regolatrice della buona e cattiva sorte, al fine di conferirne un aspetto morale e naturale sul sistema della nostra esistenza, ovvero sul significato della nascita, della crescita ed infine del decesso.
Le tre Moire sono dunque un metro di misura simbolico verso noi stessi e verso il destino che ci è dato percorrere... lungo quel filo di cui non conosciamo il corso degli avvenimenti ma che nell’inconsapevolezza ci regala la continua scoperta del nostro cammino.
Laura Lepore ha una preparazione umanistica avendo frequentato il liceo classico prima e in seguito Lingue e Letterature straniere moderne a Torino, conseguendo contemporaneamente il diploma quinquennale di lingua russa e due master di perfezionamento.
Si dedica all’arte cimentandosi in diverse tecniche pittoriche, dal disegno all’acquerello, dall’acrilico all’olio.
Ha conseguito anche un diploma in arteterapia che le conferisce competenze nel programmare ed eseguire laboratori di attività plastico-visive secondo criteri socio-educativi e di sviluppo personale
CLOTO
Cloto è la Moira più giovane, il suo nome viene dal greco Klothes e ha il significato di filatrice. Nel dipinto viene ritratta come una meravigliosa fanciulla figlia della notte che tesse il filo della vita.
Osservando i tratti, percepiamo la delicatezza del pennello che guidato magistralmente dall’artista Lepore cosparge il colore sulla tela fino a creare uno straordinario effetto notturno che si affaccia prepotentemente alla luce.
Il volto di Cloto, illuminato da un piepieno candore, esprime il valore del-la giovinezza e il suo aspetto così puro ne richiama il significato della nascita, della preziosità che ci lega noi tutti all’esistenza. La cura per la minuziosità, è una caratteristica predominante delle opere di Laura Lepore, basti osservare la sottile ghirlanda sul capo, o il dettagliato ricamo bianco sull’abito di Cloto, e, soffermandoci sugli occhi sapientemente dipinti, il suo sguardo ci sembrerà un’invocazione alla dolcezza e alla fiducia verso un cammino da percorrere lungo quel filo che lavora con le sue mani affusolate e mai stanche di raccontare la vita.
LACHESI
La seconda Moira è Lachesi, in greco Λαχε nome che indica la sorte. Infatti, viene denominata “la fissatrice della sorte” e il suo compito è legato propriamente al fato degli esseri umani.
Inoltre, proporzionalmente alla lunghezza del filo che Lachesi stabilisce, dichiara la lunghezza della vita di ogni anima. Il suo fascino magico ha ispirato molti pittori a ritrarla e una leggenda narra che chiunque dedicasse un ritratto a Lachesi, gioverebbe colei che lo riceve e, nel corso della vita, attraverso il quadro potrà beneficiare del filo alla massima estensione, ovvero ricevendo il dono della longevità. La visione che ci trasmette la pittrice Lepore è molto ammaliante, oserei dire “incantatrice”, infatti l’elegante posa che ritrae Lachesi ci comunica l’importanza della forza del pensiero che viaggia oltre l’immagine, oltre la percezione visiva. È un quadro che si racconta e si esalta da solo nella sua pacatezza. La mano di Lachesi, attenta nel tenere il filo tra le dita e i suoi occhi chiusi per motivare la meditazione alla massima misura, rappresentano un simbolo dominante delle sue scelte e la pittrice ha voluto focalizzare tutta la meritata attenzione su questa scena, ritraendola in una posa di forte esaltazione del contenuto.
ATROPO
In ultimo, la Moira più irremovibile, lei è Atropo dal greco Ἄτροπος e prende il significato dell’immutabile, dell’inevitabile; è un personaggio mitologico molto temuto, in quanto recide il filo della vita con le sacre forbici, provocandone appunto la morte degli esseri umani. Il suo volto impresso nel dipinto ha un’espressione arida e il suo sguardo agghiacciante lascia trapelare le sue convinzioni inflessibili, creando una tensione di forte impatto emotivo che si dirama complessivamente su tutta la tela.
La pittrice Lepore, dando un’immagine decisa alla terza Moira, ha evidenziato abilmente le labbra con un rossetto rosso vibrante di passione, che lascia intendere quella passione come la veste di un’immagine insana ma al contempo dominante nella sua essenza.