L’arte delle forme e dei messaggi introspettivi conducono l’espressione creativa della pittrice Angelica Borali all’originalità dei suoi lavori. Lei è nata l’8 agosto del 1984 a Bergamo ed è residente a Pisa da molti anni, dove opera con amore la sua passione per l’arte.
Le sue tele sono lavorate con i colori ad olio o con gli acrilici e, in questa produzione, presentiamo tre quadri di elevata sensibilità. Respiriamo e abbandoniamoci nella visione del nostro sentire. Immaginiamo un pennello che, colmo di colore, configura una tela già programmata dall’istinto della pittrice e ascoltiamolo con la voce del sentimento, poi fermiamoci un istante e, inemozionalmente cerchiamo di ripercorrere la stessa visione; ebbene, vedremo con gli stessi occhi due cose totalmente diverse.
LA NOTTE NON FA PAURA
Questo accade con un olio su tela che Angelica Borali ha intitolato La notte non fa paura, poiché la definirei un’opera dalle due contemplazioni, una ‘visiva’ e l’altra ‘emotiva’ che si scindono tra loro. Partiamo da quella visiva, in primo piano, due case su di una collina, isolate nella notte e con la luna che le sorveglia, questo è ciò che oggettivamente vediamo. Ma a seguire, ci proponiamo la seconda contemplazione, quella emotiva ed è quella che ascoltiamo nell’Io, nonché la più profonda analisi sull’espressione estetica che si manifesta proprio dal sentire, annunciando bensì, una madre ed un figlio, soli nella notte, ma che al contempo hanno tutta la stabilità dell’amore, poiché quelle case sono state motivate dall’artista non con l’idea di strutture abitative, ma con una percezione del tutto originale, ovvero si traducono in persone. La più alta simboleggia la madre e la più piccina il proprio figlio mentre si raccontano nella notte, isolati, ma solidi con il loro incondizionato affetto e con quella forza che solo una madre riesce trasmettere al proprio figlio. Si tratta quindi, di un’immagine molto significativa, che ci induce a delle prospettiche analisi filosofiche. Nella tecnica, lineari ondulazioni date dalle pennellate incentrano la figura all’essenzialità, al fine di identificarne il soggetto nel suo linguaggio sostanziale.
LA EVITA
Nel dipinto successivo, un altro messaggio introspettivo scivola tra spatolati di colori ad olio e acrilici, introducendo quella ‘lei’ ritratta con un particolare fascino e, come se ci parlasse, proviamo a fantasticarne la sua rivelazione: “Sono una donna dallo sguardo acceso, magnetico e seducente, ma non gioco ad essere la regina degli scacchi che lascia cadere gli uomini con un solo sguardo. Mi copro e mi celo dietro un cappello sofisticato... incuriosisco, ma non concedo la conoscenza del mio animo gentile, forte, sicuro e fragile, così come non concedo la visione dei miei occhi che si esprimono di vita”. Evita è dunque un quadro che sprigiona tutta la femminilità e la bellezza che vi è nell’infinito mistero dell’essere donna. Raccontato con i colori dell’autunno, caldi e focosi, per contrastare l’inverno che vi è alle porte, poiché ogni donna ha dentro tutte le stagioni del tempo, ma prevalgono sempre quei toni che scaldano il cuore, come solo l’autunno, con le sue tinte, sa fare.
VASO
Infine un’altra opera molto evocativa è Vaso dacché sprigiona l’equilibrio dei processi naturali.
Siamo energia e nell’energia moriamo ogni volta che spremiamo la nostra essenza riportandola al seme primordiale. Ci svuotiamo e lasciamo andare i nostri abiti tessuti dal tempo, esattamente come fa la natura morta quando si veste di speranza e poi, al raggiungimento della sua rigogliosa ricchezza, si spoglia del fogliame d’oro, tornando al nutrimento eterno. Il dipinto è quindi un incipit al ritorno all’origine e possiamo definirlo come un omaggio alla nostra vita, quando scorre troppo in fretta chiedendoci disperatamente di fermarci. Per focalizzare meglio l’attenzione su questo interessante tema potremmo prendere in prestito le preziose parole di Albert Einstein: Osserva nel profondo della natura e allora comprenderai meglio ogni cosa. Questo vale a dire che i messaggi sottili e penetranti della natura, migliorano la nostra conoscenza e ci inducono alle vie della consapevolezza, ovvero ci invitano a ritrovare quel seme perso durante la crescita. L’artista Borali anche in quest’ultima opera ha evidenziato del buon sentimento, sottolineandone il vissuto di un ramo con degli spatolati ruvidi e incentrando l’immagine con dei colori acrilici sfumati, tenui e pastellati che, al contempo, lasciano emergere della rilassante luce indorando la nostra percezione emotiva.