Cosa ha spinto alcuni autori a raccogliere in un’antologia i risultati delle proprie ricerche in un settore delicato come quello della differenza di genere? L’idea di base credo sia stata l’aspirazione di far conoscere i fili che muovono le azioni della donna in vari contesti sociali e la convinzione che la questione dovesse essere trattata con rigore analitico, un dosaggio equilibrato di teoria e concretezza e, soprattutto, con un linguaggio coerente e accessibile a tutti.
Parliamo di Tutto ciò che gli uomini sanno delle donne (Newton Compton Editori, 2011), uno strumento conoscitivo utile alla comprensione dei comporta-menti femminili in situazioni di disagio, stress e rischio per gli uomini di ogni età.
A trarre grandi benefici dalla sua lettura saranno individui maschi che hanno esigenze di tipo pratico, consistenti nella necessità di non vedere deluse le proprie aspettative quando vengono a contatto con una o più esponenti dell’altra metà del mondo.
Un modo efficace d’interazione tra il sistema maschile e quello femminile non è stato ancora trovato e forse non esiste, ma Tutto ciò che gli uomini sanno delle donne va comunque in questa direzione: la conoscenza dell’universo femminile è una conquista evolutiva dell’uomo moderno e allo stesso tempo un orizzonte destinato a spostarsi nel futuro a beneficio degli uomini di domani.
Fatte queste premesse, l’esame di tale pregevole testo non ci esime dal rilevarne alcune criticità. In primo luogo manca l’indicazione del nome degli autori. La casa editrice è tra le più conosciute e stimate in Italia, sulla sua serietà non sorgono dubbi, ma omettere le generalità degli studiosi, sociologi, romanzieri, scienziati ed esperti di antropologia sessuale che si sono impegnati nell’ardua impresa di far luce sul sistema donna influisce in modo negativo sulla decisione di acquistare il volume. Altro punto debole è rappresentato dalla quarta di copertina. In poche scarne righe vengono anticipate le conclusioni cui sono giunti gli autori. Questo toglie forza all’opera e non invoglia i lettori all’acquisto. Sarebbe stato più saggio inserire frasi o simboli che facessero sognare il lettore: occhi di luna, due cuori al lume di candela, labbra che scagliano baci, un bouquet di sorrisi femminili.
Quanto alle singole monografie di cui si compone il libro, non intendiamo dire molto per lasciare al maschio la gioia di scoprire tutta una gamma di emozioni, ragionamenti e percezioni delle loro compagne di vita, partner occasionali, amiche e colleghe d’ufficio. Il testo è tutto movimento, confronto uomo-donna, un insieme dinamico di punti di vista sulla scatola nera contenuta nel cuore del bel sesso.
Non dovrei dirlo, ma dallo stile ho riconosciuto un autore di cui in passato ho recensito diversi romanzi e biografie. L’ho chiamato al telefono.
– Congratulazioni, il tuo saggio è una cannonata!
– Grazie, Gabriele. Sono felice che ti sia piaciuto.
– Sì, è davvero un ottimo testo.
– È stato un lavoro massacrante. Per tre anni sono andato in giro a intervistare grandi conoscitori delle donne: gigolò, tombeur de femmes, maschi fatali, preti e libertini.
– Ah, bene – ho esclamato, sorridendo. – Vorrei chiederti una cosa. Posso?
– Dimmi, Gabriele...
– Nel tuo scritto lasci trapelare che il problema di una conoscenza razionale della donna non ha risposta. Risolverlo è come cercare di passare per il buco della serratura...
– Niente di più vero. Sulla base degli elementi forniti dagli intervistati, la percentuale di donne i cui pensieri e sentimenti sono decifrabili dalla mente dell’uomo è dello zero virgola trentacinque per cento, che scende allo zero virgola dodici quando hanno il ciclo.
– Caspita, è una percentuale molto bassa.
– Esatto, ma per non spaventare i lettori ho evitato di scriverlo.
– Hai fatto bene. Dire e non dire è spesso la cosa migliore da fare.
– Non ne sono del tutto sicuro. È stata una decisione dell’editore.
Dopo aver chiuso la conversazione, sono rimasto a lungo sconcertato dai dati che mi aveva fornito l’amico scrittore. Mi sono ripreso solo quando ho terminato di leggere l’ultima dissertazione. Fornisce dei pratici suggerimenti su come ingraziarsi una donna con la quale si desidera avere un flirt.
Avendo saputo che Wanda, uno schianto di ragazza che conosco da parecchi anni, ha di recente aperto un negozio di macchine per la pasta all’angolo della strada in cui abito, l’ho invitata a pranzare con me in un ristorante del centro.
Lei non mi ha detto di no.
A tavola abbiamo parlato del più e del meno e mangiato una gran quantità di pesce. Dopo il dolce, poco prima di alzarci, Wanda mi ha chiesto il permesso di poter andare in bagno. Sorrideva a centottanta gradi.
Rimasto solo, ho tirato fuori da una tasca Tutto ciò che gli uomini sanno delle donne al fine di consultare il capitolo dedicato all’interpretazione dei sorrisi femminili. Sono riuscito a leggere o ho creduto di leggere ciò che m’interessava un minuto prima che Wanda tornasse:
Capire i sorrisi della donna che vi chiede il permesso di assentarsi per qualche minuto dopo un pranzo o una cenetta intima: studi recenti condotti in diverse università anglosassoni consentono di affermare che lei si aspetta da voi che paghiate il conto.
Ho pagato il conto: centosettantacinque euro. Wanda mi ha stampato sulle guance un paio di baci gioiosi.
Ho raccontato questo episodio per fare notare la grande utilità pratica del libro in questione. È una sorta di guida tascabile pronta all’uso, mai noiosa o pedagogica, che aiuta gli uomini a entrare dalla porta principale nella multidimensionalità dei pensieri e delle emozioni delle figlie d’Eva. Leggere Tutto ciò che gli uomini sanno delle donne è una capriola nelle smisurate e spesso inagibili profondità femminili.
Qualche insigne critico, nel recensire il volume su una rivista scientifica, ha formulato l’ipotesi che a scriverlo siano state delle donne impegnate nell’opera di desuperficializzazione dell’agire femminile. L’ipotesi è affascinante, ma priva di ogni valore scientifico. La larga messe di dati, l’esame del comportamento femmineo in contesti situazionali variegati, tutta una serie di termini ricorrenti e gli accenni ai ripetuti insuccessi nel campo delle conquiste sentimentali inducono a ritenere che i singoli contributi siano da attribuire a una molteplicità di Anonimi maschili dalle virtù pratiche.
Per concludere, la lettura di Tutto ciò che gli uomini sanno delle donne dà la possibilità a ogni uomo di muoversi con disinvoltura nell’anima femminile per coglierne le molteplici sfumature, esaminarle con attenzione e non travisarle come accade tante volte.
Grazie all’utilizzo di un lessico non pesante, agile, puntuale e mai metaforico, ricercato o letterario, anche gli analfabeti possono farsi rapire dall’elegante splendore delle sue centotrentadue pagine bianche.