Tra i vari tipi di ventaglio ce n’è uno veramente caratteristico: la ventarola devozionale, cioè un ventaglio a forma di bandierina, col manico di legno (lungo 30 cm) e il campo di cartone pressato (15x21 cm).
Sull’asta, generalmente, vi è una sorta di alabarda, cioè una freccia di colore rosso. In una faccia del campo si mette un santo e sull’altra faccia un altro in qualche modo collegato al primo; ad esempio se su un lato c’è la Madonna del Pozzo, nell’altro c’è San Giuseppe, ambedue venerati nella città di Capurso in provincia di Bari.
La cosa interessante è che le ventarole si vendevano ed si usavano, oltre che in numerosissime regioni italiane, dal Nord all’estremo Sud, anche al Santuario della Madonna Incoronata di Foggia, a quello di San Michele a Monte Sant’Angelo e di San Matteo a San Marco in Lamis. Non mancano testimonianze della vendita delle ventarole al Santuario di San Nazzario in territorio ApricenaLesina (FG).
L’uso delle ventarole devozionali, però, in Capitanata è cessato con largo anticipo rispetto a località del Barese e questo nei primi decenni del ‘900, cioè prima della seconda guerra mondiale.
Vito Giovannelli, studioso originario di Capurso, uno dei pochi esperti di ventarole devozionali, ha raccolto testimonianze dirette, nel territorio di Capurso (dove ancora oggi si produce una grande quantità di ventagli a bandierina), da artigiani che le venivano a vendere al Santuario della Madonna Incoronata a Foggia, i quali ricordavano anche che sull’asta della Madonna Incoronata si usava mettere una piuma di gallina e non la freccia, che era appannaggio dei santi guerrieri.
Qual è il loro significato? Qui entriamo nel campo delle ipotesi. Innanzitutto l’idea di questo particolare ventaglio a bandierina, che reputo di origini antichissime, a mio parere nasce dal concetto di esercito della fede, degli angeli, dei santi, contrapposto all’esercito di Satana, del male. A cosa servivano? Avevano un po’ la stessa funzione delle immagini sacre e in più avevano funzioni collegate, sventolandole, alla produzione di aria benedetta, perché le ventarole venivano benedette in chiesa.
Giovannelli, padre di Ettore Giovannelli, commentatore della Formula 1, ricorda:
A Capolecchio, mi ricordo, nonno Vito aveva il ventaglio con San Vito e la Madonna, e naturalmente, quando si aveva un problema in famiglia, quello era l’elemento sacro: sulla ventarola (ma non solo) c’era il santo a cui ci si rivolgeva.
Mia madre, a forza di toccare e baciare le figure della Madonna e San Giuseppe, le ha quasi consumate. Qui, a Capurso, c’era anche la ventarola con San Vito. La festa è il 15 giugno, a Polignano a Mare. I ventagli prima avevano immagini xilografate, anche se oggi non se ne trovano più. Erano fatte da un maestro, da un artista. Oggi fanno la fotografia a San Nicola, alla Madonna, fanno un cliché e fanno la ventarola, ma artisticamente siamo di fronte ad un enorme abbassamento di livello. (…)
Prima erano tutte immagini fatte dai madonnari e quindi incise con molto garbo. (…)
Oggi abbiamo trovato in piazza migliaia di ventagli con cinque, sei soggetti, la Madonna del Pozzo, San Nicola, la Madonna dei Martiri, San Vito, San Rocco, San Cosimo e Damiano; una volta, quando ti avvicinavi ad un pacco di ventagli. su 100 ventagli trovavi settanta immagini, una diversa dall’altra. (…)
Non lo poteva benedire chi l’acquistava, ma il sacerdote.
Ovviamente a Valenzano (BA) si faceva toccare San Rocco, a Capurso la Madonna del Pozzo e così via. (…).
I ventagli più belli della mia collezione li ho presi da Vincenzella “Matabbigne”, Laterza di cognome. Una volta ho chiesto a Vincenzella dove prendesse le immagini e mi rispose che andava a Galatina e a Galatone (in provincia di Lecce).