Il diaframma tra secolarismo e religione è avvenuto lentamente soprattutto dopo il Rinascimento e l’Illuminismo. L’età dei lumi ha sancito il potere della ragione e la capacità di discernere tra potere spirituale e temporale. Mi è rimasto impresso il quadro di David che rappresentava L’incoronazione di Napoleone. Se compariamo l’incoronazione di Carlo Magno con quella di Napoleone, ci rendiamo conto che, nel primo, la corona viene messa sulla sua testa dal papa Leone III; mentre Napoleone se la mette da solo.
Il significato è puramente simbolico, ma sostanziale nel sancire la non ingerenza della Chiesa sul potere temporale degli Imperatori.
La parola Secolarismo deriva dal latino “saeculum”, ovvero tutto ciò che non è di pertinenza della religione: una cultura più laica in cui non sussiste l’ingerenza della Chiesa sullo Stato.
Noi occidentali ci riflettiamo in una cultura di stampo secolarista o laico, mentre ben diverso è per gli orientali per i quali il cesaropapismo improntò una cultura di stato fortemente accentrata nelle mani di un unico individuo.
La trasformazione avvenuta nella nostra tradizione occidentale affonda le radici nell’Umanesimo ed Illuminismo, con un lento cammino verso la scissione netta che verifichiamo ai giorni nostri.
Ma furono proprio le guerre religiose, fra il 1618 ed il 1648 (Guerra dei Trent’anni), a marcare il trapasso definitivo verso una scelta laica (pace di Westfalia) per evitare carneficine e per salvaguardare la pace religiosa tra i sudditi.
Una svolta definitiva fu segnata dalla Rivoluzione francese che rappresenta una pietra miliare della nostra Europa e del concetto libertario che da essa è nato. Ecco perché oggi l’Europa guarda ai fenomeni migratori con preoccupazione. Il suo equilibrio interno, faticosamente ottenuto nei secoli, potrebbe all’improvviso rompersi se correnti esterne alla sua cultura propenderanno per una connotazione più marcatamente religiosa. Quindi, da una semplice contrapposizione religiosa (Islam e Cristianesimo), laddove si incontrano opposte culture a seguito delle migrazioni in particolare dall’Africa, può configurarsi un capovolgimento di una situazione politico-culturale raggiunta dopo secoli e con spargimento di sangue.
Perciò, a volte, la migrazione viene vista con occhi ostili, non solo per l’impatto economico in Europa, ma anche per l’impatto su un assetto dello Stato ormai consolidatosi nei secoli.
La suddivisione in sfere di potere (legislativo, esecutivo, giudiziario) è anche vista come cesura tra sfera religiosa e sfera politica.
Ne consegue che solo nel rispetto di tutte le religioni, si potrà mantenere quel precario equilibrio la cui rottura è spesso fonte di troppe guerre,
Riferendoci in particolare ai Paesi islamici ci rendiamo conto come l’accentramento dei poteri nelle mani di un uomo (come ad esempio ʿālim, mullā o ayatollah) porti ad una confusione di ruoli ed alla stretta osservanza di un dogmatismo religioso.
Il secolarismo, con punte accentuate di ateismo, è tipico dei paesi socialisti laddove proprio questa connotazione più drastica tende a creare un’ulteriore cesura tra Chiesa e Stato.
Riusciremmo a trovare il giusto equilibrio? La risposta è nella consapevolezza che tutte le religioni sono meritevoli di rispetto, così come anche l’assenza di religione se accompagnata da valori etici fondanti.
In fondo la religione è servita storicamente come freno e deterrente, attraverso la paura di Dio, dal commettere peccati ed infierire verso i propri simili. Non sempre è stata efficace, ma credo che, antropologicamente parlando, abbia svolto un ruolo di controllo da parte del sacerdote/stregone sugli altri uomini. Laddove il sacerdote o stregone esercitava la sua funzione da solo o unitamente ad altri (re) si esercitava la divisione o fusione di ruoli.
Riusciremmo agli esordi del terzo millennio a trovare il giusto equilibrio tra due poli così apparentemente antitetici? “In medio stat virtus” recita un famoso motto latino.
Nell’antica saggezza dovremmo cercare una risposta ai nostri dubbi e timori per far sì, alla stregua degli antichi romani, che religioni, civiltà diverse e culture dei popoli del mondo si incontrino tutti sulla stessa linea mediana della Pace.