Dove il cuore mi dimora di Lucrezia D’Accia

Al debutto la poetessa Lucrezia D’Accia. Pubblicata la sua prima raccolta poetica

Lucrezia D’Accia, nasce e vive a Vieste (FG), una cittadina turistica del Gargano, in Puglia. Ultima di cinque figli, oggi rimasti in tre.
Ha amato la poesia fin da piccola, e negli anni della maturità le ha dedicato più tempo, iniziando a mettere su carta i suoi pensieri.
Scrive spesso soprattutto per metabolizzare il dolore e la sofferenza, infatti tante sue poesie sono incen-trate sulla violenza di genere e i soprusi sui bambini e gli emarginati, nonché sugli affetti personali e la famiglia, a cui è molto legata.






Dove il cuore mi dimora è la sua prima pubblicazione ma alcune sue poesie sono state pubblicate in Antologie, soprattutto nella trilogia – a cura di Maria Teresa Infante/Massimo Massa – Ciò che Caino non sa: Vol. I La tela di Penelope (2014); Vol. II Odi et Amo (2015); Vol. III Amore e Psiche (2016); in Alexandrae (Voci di donne) del 2017; e in Ciò che Caino non sa - Le mani dei bambini (2018), Oceano Edizioni.

Un libro che era nell’aria da tempo – scrive Maria Teresa Infante La Marca nella prefazione al libro – ero quasi certa che prima o poi la nostra Autrice avrebbe varcato il muro del coraggio e dato alle stampe le sue poesie, sì perché serve coraggio per rendere tangibili i sentimenti, dare forma alle emozioni e rendere materia il pensiero, conservarne traccia come un lascito umano, è necessaria quella vena di follia, che mai manca a chi scrive poesia e non ne è certo carente Lucrezia D’Accia, sempre franca, viscerale, fiammante, come il manto dei suoi lunghi capelli sfidanti il vento e le stagioni che sembrano solo sfiorarla e mai intaccarla.

Dove il cuore mi dimora è una silloge poetica pensata nel tempo, un concentrato di ciò che la Nostra ha scritto nel corso degli anni in cui si è svelata in tutta l’onestà di donna in ogni sua sfaccettatura, tra gli eventi gioiosi che ne hanno allietato l’esistenza e quelli dolorosi, luttuosi che non le hanno risparmiato la sofferenza che pure è riuscita a forgiare la sua corazza, resistente alle tempeste e alle mareggiate come la sua ridente Vieste, adagiata sul mare, e non si è mai arresa agli accadimenti, sempre aggrappata alla speranza del domani migliore, all’alba nascente e alla misericordia delle stelle.

E quando salgono in cattedra gli affetti, con le mancanze, le partenze, a cui il destino ha strappato lembi di pelle, non si può evitare la sosta meditativa, la commozione che invade nella dolorosa rassegnazione di un presente che non può mutare il passato. Qui la nostra Autrice è figlia, madre, nonna, sorella e la sua poesia aleggia come una carezza per mutare il dolore in un amore che non muore, oltre ogni inevitabilità della morte che ruba crudelmente i giorni alla vita.

Posted

23 Jun 2024

Pubblicazioni Oceano Edizioni


Redazione



Foto di Lucrezia D'Accia





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