Ovvero inconsistenza e miseria della filosofia italiana contemporanea.
Intervista a Gianni Vattimo (Seconda parte)
Il meta-racconto illuminista è l’idea della storia umana come storia del progresso, della coscienza attraverso i lumi della ragione, la rivoluzione del proletariato e le conquiste della scienza e della tecnica. Tale narrazione culmina nel Positivismo, favo-rendo l’emancipazione e la libertà dei popoli.
Il meta-racconto idealista risale ai grandi filosofi idealisti dell’800 tedesco: Fichte, Schelling e soprat-tutto Hegel per la visione della storia umana segnata dallo spiritualizzarsi della coscienza: lo Spirito asso-luto ha una conoscenza speculativa degli spiriti finiti che siamo noi.
Ovvero inconsistenza e miseria della filosofia italiana contemporanea.
Intervista a Gianni Vattimo (Prima parte)
Nell’ anno scolastico 2000/2001, nell’ambito di un progetto didattico Il Novecento: l’Universo e l’Uomo svolto dagli alunni del quinto anno del Liceo Scien-tifico “A.Moro” di Margherita di Savoia (BT), furono presi in esame e sviluppati temi riguardanti i concetti di “Postmoderno” e “Pensiero debole”. La questione era capire se in una società come la nostra, in cui i valori fondamentali si vanno sempre più perdendo e, quindi, svuotando di senso, ci fosse ancora la pretesa della ragione forte, intesa come ragione metafisica “fondazionistica” o “fondamentalistica”.
Teorico del liberalismo, fu il padre dell’Empirismo e della pedagogia moderna
L’età moderna inizia con l’età del dubbio. I pensatori, animati da spirito critico, affermarono che l’uomo con la propria intelligenza poteva indagare sulla “verità”, da sé poteva esplorare il campo della scienza e di conseguenza diventare artefice e promotore di una dottrina. Due correnti caratterizzarono l’età moderna. La 1.ma corrente affermò che l’uomo può raggiungere il vero partendo dall’attività sensibile ed è la corrente dello sperimentalismo o dell’empirismo. F. Bacone è il caposcuola ed è colui che teorizzò e sostenne la teoria del metodo induttivo, fondato sull’osservazione, sull’esperienza, che è alla base del principio della tabula rasa sostenuto da J. Locke.
Da "Le briciole filosofiche" e da "La Postilla non scientifica alle Briciole": qual è la Verità che salva
Søren Kierkegaard fu un filosofo, teologo e scrittore danese, visse quasi sempre a Copenaghen, ricevette una educazione molto rigida e pietista; condusse una vita molto ritirata, ebbe una grande storia d’amore con Regine Olsen, ma la vicenda è rimasta fra le più misteriose della storia della letteratura, perché sarà lo stesso Søren Kierkegaard che troncherà il fidanzamento, lasciando in lui un rimpianto per tutta la vita. Fu propugnatore di una religiosità rinnovata e intensificata in contrasto tanto con la filosofia dell’idealismo tedesco quanto col protestantesimo ufficiale dell’800. Dalla sua posizione presero avvio la filosofia esistenziale e la teologia dialettica, ossia il ramo neoriformatore della teologia protestante. Kierkegaard sosteneva che la realtà della vita non si può rinchiudere in un sistema.
Nei suoi romanzi Giovanni Verga si avvicina alla dimensione cristiana che lo rende sensibile al dolore degli ultimi
Quando si parla del Verismo occorre richiamarsi ai naturalisti francesi, a Balzac, a Zola, a Flaubert, a Maupassant, dai quali i nostri scrittori avrebbero tratto i loro modelli. In realtà intorno alla metà dell’800 si manifesta in tutta Europa un rinnovato interesse per le scienze, per il concreto, per l’attenta osservazione della realtà e alle forme della scienza si volgeva la stessa letteratura, che reagiva spontaneamente ad un romanticismo ormai stanco e lacrimoso, completamente staccato dalla realtà concreta.
Un libro in cui l’Autore “sa cogliere” i momenti veri, significativi dell'esistenza umana e “trasformarli”, elevarli ad impressioni ed emozioni mediante quell’intima unione di suoni ritmici e armonie quale è la poesia
Nel tempo dell’assenza. Tragitti casuali d’incomu-nicabili silenzi, è l’ultimo lavoro poetico di Massimo Massa, pubblicato nel 2020, dopo Evanescenze (2013), Geometrie dall’infinito (2016) e All’ora sesta (2017). Massimo Massa attualmente vive a Bari.
L’opera è suddivisa in tre sezioni: 1) L’assoluzione; 2) In ogni battito del mondo; 3) L’essenziale. Il filo conduttore di queste tre sezioni è la ricerca incessante e spasmodica del nostro essere al mondo, il sentirsi, a volte, come in bilico e frastornati da sensazioni fuggevoli e da forti emozioni che travalicano pensieri e slanci dell’anima.
Noto in tutto il mondo per essere uno dei massimi esponenti della corrente umanistica, è l’ideatore di un modello psicoterapeutico definito "terapia centrata sul cliente"
Carl Rogers nacque l’8 gennaio 1902 a Oak Park nei pressi di Chicago da una famiglia protestante; ricevette un’educazione rigida e autoritaria e fu avviato agli studi seminariali. Dopo un viaggio in Cina a contatto con una concezione della vita del tutto opposta a quella della sua famiglia, al suo rientro abbandonò il vecchio seminario per entrare in un altro seminario ritenuto più liberale. Qui infatti, ottenne di poter organizzare un corso senza professori, con un programma interamente gestito dagli studenti. Fu questa la prima grezza esperienza di non-direttività della quale egli fu soddisfatto.
Un viaggio nel tempo, un’analisi della condizione femminile attraverso il Medioevo
Gli storici Fernand Braudel in Scritti sulla storia, Georges Duby studioso del Medioevo e Philippe Aries ne La nuova storia avviarono negli anni Settanta una ricostruzione e uno studio riguardante non più gli eventi politici, ma la vita quotidiana e privata, la famiglia, i contadini e l’universo femminile, un universo inesplorato e sconosciuto: le donne e la loro storia fino a quel momento, erano state completamente ignorate come se fossero state invisibili e lontane da tutti gli avvenimenti. Una storiografia specifica ha cominciato a delineare quegli aspetti essenziali che connoteranno la storia delle donne, ma per poter conoscere la figura femminile nel Medioevo è necessario partire dalle condizioni storico-socio-culturali del tempo. Le diverse tradizioni, a partire da quella ellenistico-romana all’ebraica e alla cultura celtico-germanica, hanno attribuito alla donna determinate caratteristiche.
La scrittrice sarda famosa in tutto il mondo, unica italiana alla quale nel 1926 è stato assegnato il Nobel per la Letteratura
Grazia Deledda nasce a Nuoro il 28 settembre 1871. È ricordata come la prima donna italiana a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1926 (fino ad ora è stata anche l’unica). Canne al vento è l’opera sua più nota. Il romanzo esce a puntate su L’Illustrazione italiana dal 12 gennaio al 27 aprile 1913 e nello stesso anno è pubblicato dall’editore Treves di Milano.
Una difficile condizione di subalternità nell’ambiente sociale e familiare.
Dibattito sulla figura femminile nel mondo greco
La condizione della donna nella società, lungo il corso dei secoli, ha subìto molti cambiamenti e in quasi tutti i tempi e paesi essa è stata sottomessa all’uomo dal punto di vista giuridico, economico e civile e per tanto tempo è stata esclusa da tutta una serie di diritti e di attività sociali.
La donna nell’antica Grecia era giuridicamente libera, ma non godeva di diritti politici; il fulcro della società ateniese era rappresentato dal nucleo familiare, la donna era data in dono (in moglie) con la dote dal padre o dal tutore.
La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace.
Oggi parlare della donna significa entrare in un universo multiforme, dalle diverse sfaccettature e prospettive perchè i movimenti femministi hanno messo irrimediabilmente in difficoltà il modello femminile imposto dalla cultura maschile. L’eman-cipazione della donna, nel corso del tempo, è diventata sempre più determinante e il nuovo femminismo, culminato negli anni Settanta, ha cominciato a svilupparsi in una società profon-damente cambiata fino ad affermarsi e diffondersi in ogni luogo.
La vicenda si inquadra nei primi anni della dittatura fascista ; una sua verità storica che esprime gli stati d’animo collettivi dei contadini di Fontamara in cui coesistono i “cafoni” (braccianti, manovali, artigiani) e piccoli proprietari, ma sono solo i primi a subire i soprusi e le ingiustizie
Il romanzo Fontamara di Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquilli (Pescina 1900 – Ginevra 1978), ci offre l’occasione di rileggere, in forma narrativa, il contesto storico - culturale in cui gli eventi raccontati furono collocati.
L’ascesa di Mussolini e del movimento fascista dopo la prima guerra mondiale, portarono al controllo di tutti gli aspetti della società. I fatti raccontati nel romanzo avvennero all’inizio dell’ascesa del fascismo e Fontamara, nome immaginario di un paesino della Marsica, storica regione abruzzese al confine con il Lazio, divenne simbolo della condizione di inferiorità dei contadini (i cafoni, termine che Silone intende come dignitoso) meridionali: i cafoni sono tali e parlano la stessa lingua.