La raccolta di poesie L’Ulivo, Sacro Graal della vita (WIP Edizioni 2022) di Dina e Savina Ferorelli, si erge come testimonianza degli odori e dei profumi di cui è intessuta la pianta sacra dell’Ulivo. La poetessa Dina Ferorelli, con i suoi versi, ci trasporta in sentieri arcani e inattesi, il suo sguardo coglie tutte le oppor-tunità che la natura offre all’uomo, sorprendendoci e sottolinea quel carattere fondamentale che la lega sentimentalmente ai luoghi descritti.
L’opera è suddivisa in sezioni, potremmo dire quasi autobiografici; ogni sezione narra con senso di sacralità, aspetti commossi e inebrianti di questa pianta. Camminare tra i versi di Dina Ferorelli è come sentire la fragranza della sua terra, è come assaporare il gusto della vita che diventa linfa e si fa radice, come la stessa dice in Terra casa comune: Feconda madre/ braccia operose/Terra casa comune/nido rifugio porta/ spalancata sul futuro./ Ospite ingrato l’uomo/ cuore di ghisa/ dei fratelli rivale/ Apprendi dagli ulivi le loro radici/ intrecci d’anime/ nel buio tepore scambiano linfa e letizia. La poetessa si sofferma a guardare la natura, a descriverla e ne rimane quasi inebriata, ascolta il rumore del vento, l’infuriare delle raffiche e riflette sull’asprezza e durezza della stessa natura.
La struttura di questa silloge è lineare e si contraddistingue per profondità di intenti. Quello della poetessa bitettese è un intento “umanistico”, il suo sguardo è rivolto soprattutto ad umanizzare il tutto, costringendo sé stessa con forza ad affrontare il senso del nostro essere nel mondo, ad ascoltare ogni minuziosa voce, silenzio, dubbio, illusione, in ciò cogliamo una forte capacità di sintesi. Così la poetessa si esprime in Prodigio d’ulivi: Hai ripreso a sognare prodezze/ antiche sei tornato bambino/ in corsa tra vicoli vocianti./ Prodigio d’ulivi e mandorli in fiore/ tremolii di foglie respiri di zolle/ rintocca la voce della cattedrale in cui respinge ogni atto di indifferenza, ogni apatia, la sua parola risorge ai rintocchi della cattedrale e la lirica si chiude in un inno alla vita.
La sua poesia non è una poesia semplicemente agreste, in essa ritroviamo un profondo sentimento / afflato verso la natura ma anche una consapevolezza esistenziale; è una visione unitaria, coerente, originale che va oltre la semplice descrizione degli ulivi, sfocia in una nuova felicità, in una nuova etica. Dina Ferorelli, con questi versi, ha voluto evocare un mondo legato ai valori tradizionali della cultura contadina e il paesaggio rurale rappresenta quasi il rimpianto di un mondo perduto, il voler ritornare alle origini. L’amore per la terra è il filo conduttore che ha ispirato questa raccolta, un amore che traspare in ogni verso, amore per la terra non disgiunto dal senso del lavoro nel modo di lotta faticosa con la natura, come nella poesia Torna a vegliare la terra: Grido d’amore per la mia terra / il duro lavoro dei padri dall’alba degli anni/i fulmini dei suoi occhi al mio andare/ le mani grondanti di gramigna e sudore/ il calice degli abbandoni la nostalgia del ritorno/ arcobaleni di veglie e preghiera.
Nei componimenti espressi in forma dialogica, troviamo a volte angoscia e malinconia, serenità e tranquillità. L’ulivo, quasi metafora di una ideale società umana, è anche simbolo di pace nel mondo, è paesaggio senza tempo ai limiti dell’irreale. L’io dell’autrice fluisce tra le parole, i colori, le emozioni dando pennellate inattese alla quotidianità catturata dal suo sguardo esploratore.
La seconda parte: L’Ulivo, Albero della vita, scritto da Savina Ferorelli, sorella di Dina, descrive i caratteri precipui dell’Ulivo, albero presente già dal periodo del Cenozoico ai piedi dell’Himalaya, in Sud Africa; i Greci quando cominciarono a coltivare questa pianta scoprirono le sue grandi proprietà. Nel codice di Hammurabi si sancisce l’importanza economica dell’olio come merce di scambio. La prof.ssa Ferorelli si sofferma anche sugli aspetti botanici della pianta: il fusto, i rami, le foglie, il frutto, ossia l’oliva. Inoltre descrive i più importanti cicli di lavorazione, a cominciare dal lavaggio delle olive, alla molitura, alla frangitura, gramolatura, alla estrazione per pressione, per centrifugazione, per percolazione. Infine si sofferma sulle varie classificazione dell’olio di oliva. Dobbiamo dire che fra le piante arboree l’Olea Europaea si distingue per la longevità e la frugalità. La prof.ssa dedica un capitolo alla composizione chimica dell’olio d’oliva: l’oleuropeina è il principale polifenolo presente nelle foglie e nei frutti dell’olivo ed è il principale costituente responsabile del sapore amaro delle olive e delle foglie di olivo. L’oleuropeina è considerata una sostanza Nutraceutica, in quanto ad essa sono attribuite proprietà benefiche per la prevenzione di numerose malattie come le neoplasie, le patologie vascolari, il diabete e le malattie neurovegetative.
L’ultimo capitolo riguarda gli effetti benefici dell’olio d’oliva, il quale è un analgesico e antinfiammatorio naturale, ha proprietà antiinvecchiamento sulla pelle, protegge il fegato e regola l’intestino.
L’Autrice in questo saggio sull’Ulivo e le sue caratteristiche si dipana con maestria lasciando tracce di paesaggi, costumi, comportamenti tipici della civiltà contadina che seppur legata alle radici culturali della tradizione, rispecchia l’evoluzione tecnologica della società attuale. La dimensione temporale oscilla tra il presente e il passato e si chiude in forma circolare rappresentato dal nostro presente. Per concludere, le due autrici, con perizia, hanno narrato in forma scorrevole e chiara la storia meravigliosa di una delle piante più fascinose del nostro Mediterraneo, mettendo, soprattutto, il lettore in un atteggiamento di facile fruizione e comprensione dei testi e dei termini adoperati.