Pensiero e Linguaggio: Chomsky e Vygotsky

L’acquisizione del linguaggio non avviene per imitazione del linguaggio adulto, ma è un processo attivo che parte da un pacchetto di conoscenze innate utilizzate dalla persona per apprendere delle regole grammaticali, verificate successivamente con la pratica

Il linguaggio infantile, per il movimento trasformazionale sviluppato da N. Chomsky, linguista statunitense, filosofo e teorico della comunicazione, è un sistema strutturato in costante e rapida evoluzione. Per Chomsky il linguaggio sembra obbedire a stimoli esterni, ma di fatto è determinato da una capacità innata nell’uomo che trova la sua prima realtà nella mente.


Se il linguaggio fosse solo frutto di apprendimento, come potremmo spiegare la capacità del bambino ancora prima che sappia parlare, di comprendere i discorsi altrui, oppure di usare in modo rapido e creativo le regole grammaticali?
La grammatica generativo-trasformazionale di Chomsky (G.G.T.) descrive le strutture della lingua, così come la matematica fornisce le regole per le infinite possibilità di combinazione dei numeri. Nella lingua le strutture profonde (universali e immutabili) e le strutture superficiali (le frasi) si trasformano a seconda del parlante e della lingua in cui questi si esprime. (N. Chomsky, La grammatica trasformazionale).
Chomsky asserisce che esiste una creatività governata da regole, per cui vengono continuamente generate nuove frasi e pertanto la capacità linguistica che ciascun parlante possiede non è fatta solamente da un insieme di parole, espressioni e frasi, ma è un insieme di regole ben definite e di principi. Inoltre Chomsky ritiene che, quando un individuo impara la lingua dell’ambiente dove è esposto, è una ulteriore dimostrazione della capacità linguistica innata di apprendere qualsiasi lingua. Chomsky parla di uguale competenza di tutti i parlanti a livello profondo e di differenza nell’esecuzione a livello superficiale, ossia parla di DAL (Dispositivo di Acquisizione del Linguaggio), che opererebbe come un filtro sul corpus linguistico, rilevando la frequenza di uso di certe strutture superficiali (le frasi) ai tratti profondi che le hanno generate, ossia è la struttura mentale innata che consente ai bambini di acquisire gli aspetti complessi della grammatica della propria madrelingua a partire dal linguaggio che sentono.
A tal proposito si può rilevare che esiste una distinzione necessaria fra la capacità profonda del parlante (competence), ossia il modo in cui si formulano le frasi sul piano teorico (il sistema di regole che sono nella mente del parlante e che costituiscono il suo sapere linguistico) ed i frutti dei singoli atti di esecuzione (performance), ossia il modo di esprimersi del singolo parlante in una determinata situazione (N. Chomsky, Le strutture della sintassi).
La competenza è uguale in tutti gli esseri umani, più o meno alfabetizzati e civilizzati, mentre essi si differenziano nei momenti di produzione linguistica; ciò che permette di trasformare le frasi è solamente la competenza del parlante. La struttura è un dato preesistente che non dobbiamo insegnare in quanto tale, ma solo aiutare a diventare cosciente. Chi produce un messaggio compie un atto di codificazione, scegliendo certi simboli per indicare dei concetti e dando così vita al “segno”; il destinatario, a sua volta, procedendo alla rovescia, decodifica il messaggio ricevuto. Il segno usato per comunicare è la risultante dell’unione di un significato con un significante: il significato è l’idea, il concetto, l’immagine mentale che vogliamo inviare come messaggio, mentre il significante è il codice, lo strumento scelto per comunicare: parola, suono, gesto, colore, posizione delle mani. (N. Chomsky, Le strutture della sintassi) .

A questo proposito Vygotsky precisa che “le parole” si avviano a diventare dei segni, sui quali e attraverso i quali opera il pensiero. Il pensiero lavora su e attraverso qualcosa. Questo “qualcosa” è collocato in un processo che va dall’esterno (il sociale) all’interno (l’individuale) .
Anche il linguaggio segue la stessa via e svolge una funzione decisiva nel rapporto che l’uomo stabilisce tra se stesso e la realtà; Vygotskij sostiene che il linguaggio è fin dall’inizio orientato all’espressione e alla comunicazione, solo in un secondo momento dal linguaggio sociale si differenzia quello egocentrico, inteso come pensiero ad alta voce; in altri termini, il pensiero stesso si struttura a partire dal tessuto di relazioni interpersonali, che costituisce l’ambiente di crescita del bambino. In questo modo il linguaggio svolge un ruolo primario nella costruzione della stessa personalità, condizionando soprattutto le sue relazioni con il mondo. (Vygotskij, Pensiero e linguaggio).



Il linguaggio, quindi, nasce come strumento comunicativo di rapporto con gli altri, passa attraverso la fase dell’egocentrismo, che è il momento in cui le parole sono pronunciate non per gli altri ma per sé, infine diventa linguaggio interiore, “segno interno” con cui e su cui opera il pensiero, quando esegue operazioni formali. (Vygotskij, Pensiero e linguaggio).
Vygotskij (1896–1934), il fondatore della scuola storico-culturale sovietica, iniziò a lavorare come maestro in numerose istituzioni pubbliche; è anche il fondatore della rivista Veresk (Erica) per argomentare di letteratura. Si dedicò sia all’attività di maestro e studioso di teatro e letteratura sia alla ricerca psicologica. Fu anche titolare della cattedra di pedologia (o pedagogia sperimentale). Nel 1925 Vygotskij si ammalò di tubercolosi.
Tra il ‘28 e il ‘34 nella scuola storico-culturale si studiavano i processi cognitivi con metodi oggettivi e sperimentali. Dal 1931 dal governo sovietico furono criticate le teorie della scuola e i metodi di Vygotskij: le accuse furono di astrattismo e idealismo, ma soprattutto di essere antimarxista-leninista. Nel ’36 il Comitato centrale del Partito comunista condannò la pedologia.
Vygotskij morì negli anni delle più dure repressioni staliniane; la morte prematura (aveva 38 anni) ha posto molti interrogativi; testimonianze confermano che morì della sua malattia, la tubercolosi, ma fu fatto in modo che la sua morte avesse un decorso naturale, accelerato da “circostanze esterne.”
Vygotskij nell’ultimo periodo della sua vita rimase isolato e in una situazione economica difficile. Dopo il ’36 l’opera Pensiero e linguaggio scomparve dalla circolazione, per essere accessibile solo dal 1956 con alcune modifiche.

Posted

20 May 2021

Storia e cultura


Tina Ferreri Tiberio



Foto dal web





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