Placa Manola scrittrice trevigiana innamorata della buona cucina, ma soprattutto appassionata della cucina siciliana. Ogni ricetta, ogni ingrediente è per lei un racconto da narrare, un viaggio nei sapori che evoca emozioni profonde e ricordi vividi. La scrittura è una forma d’arte in cui riesce ad esprimere le sue passioni e le sue sensazioni, trasformando piatti tradizionali in storie avvincenti. Attraverso ogni parola, condivide l’amore per la Sicilia e la sua ricca cultura culinaria, facendo rivivere i profumi e i colori di questa terra.
In Sicilia, mantenere la dieta è una vera e propria missione impossibile, un po’ come cercare di inseguire un’ombra sotto il sole cocente di luglio. Immagina di essere circondato da magnifici panorami, con il mare che ti chiama a gran voce, ma è il profumo delle arancine che ti stende al suolo! La dieta? Oh, quella è solo una parola che pronunciamo per farci due risate mentre ci tuffiamo in un piatto di pasta con le sarde.
E poi ci sono le feste ed in ogni festeggiamento c’è un banchetto, una tavola imbandita che sembra uscita da un dipinto di Caravaggio. “Solo un piccolo assaggio”, prometti a te stesso, mentre il tuo piatto si riempie di cannoli, melanzane impanate e pane e panelle.
Ma non puoi neanche dire di no che inizi ad essere guardata con occhi imploranti mentre ti viene offerto un piatto di pasta al forno. Potrebbero iniziare i ricatti più affettuosi che tu possa immaginare... ovviamente sto ironizzando! D’altronde, chi ha il coraggio di deludere un sorriso di una nonna siciliana o di amici generosi?
E non parliamo della frutta! In Sicilia, la frutta non è mai “solo” frutta. Qui un’arancia è un dolce succoso, un limone è un invito a fare una granita, e un fico d’India a provare emozioni intense.
Alla fine della giornata, la dieta in Sicilia è un po’ come il miraggio nel deserto: ci arrivi, ma, alla fine, l’unica cosa che afferri è una bella porzione di caponata. E così, con un sorriso ironico, accetti la tua sorte e brindi all’ennesima fetta di torta. Dopotutto, chi può resistere alla buona cucina siciliana?
intima e avvolgente. Sul tavolo, i colori vivaci dei cibi siciliani danzavano come ombre lungo la tavola imbandita. Pomodori rossi e succosi, melanzane splendenti come notti stellate, olio d’oliva dorato come il sole stesso. Era un invito alla seduzione, un viaggio sensoriale che prometteva di risvegliare desideri sopiti.
La preparazione del piatto era un atto di poesia. Il profumo dell’aglio stuzzicava le narici, mentre il basilico fresco sprigionava un aroma travolgente. Con ogni gesto, la cucina si trasformava in un rituale di passione. Le mani affondavano nei sapori, e nel mescolare gli ingredienti, si creava un’armonia che trascendeva il semplice atto culinario. Ogni movimento era carico di sensualità: le dita, unte d’olio, scivolavano sulle superfici ruvide delle verdure, come carezze su una pelle vellutata.
E poi c’era il vino, il nero dell’Etna che scorreva nei bicchieri come un sospiro. Rosso rubino, profondo e misterioso, prometteva di inebriare i sensi. Si versava lentamente, lasciando che il suo profumo si liberasse, avvolgendo la stanza in una carezza avvolgente. Ogni sorso era come un bacio appassionato, un incontro tra il dolce e l’amaro, una danza di sapori che invitava a lasciarsi andare.
Il momento culminante arrivò con il piatto principale: un’aringa arrosto con pomodorini canditi, il tutto guarnito da un filo d’olio d’oliva e una spruzzata di limone. Ogni boccone era una esplosione di gusto, un amplesso di ingredienti che si mescolavano in armonioso abbraccio. La carne succosa si scioglieva in bocca, come un bacio rubato, e il calore del piatto si rifletteva nell’intimità dell’ambientazione.
In una calda giornata di sole siciliano, una giovane donna si trovava su una terrazza panoramica affacciata sul mare blu cobalto. Indossava un elegante vestito bianco di lino che si muoveva delicatamente con la brezza, riflettendo la luce del sole e creando un contrasto affascinante con il suo abbronzato incarnato. Il vestito, leggero e sbarazzino, rivelava la grazia dei suoi movimenti, mentre i suoi capelli, sciolti e mossi dal vento, incorniciavano il volto sorridente.
Di fronte a lei si apriva una vista mozzafiato: scogliere che si tuffavano nel mare, punteggiate da piccoli ciuffi di macchia mediterranea, mentre in lontananza si scorgevano le ombre bluastre delle montagne. Il profumo del mare si mescolava a quello dei limoni maturi, che crescevano rigogliosi nei giardini sottostanti.
Si avvicinò a un tavolino in legno, dove un bicchiere di granita al limone l’attendeva, ghiacciato e rinfrescante. Con un cucchiaino di plastica, prelevò un po’ di quella delizia e il sapore asprigno e dolce le riempì la bocca, portando un sorriso sul suo viso. La granita si scioglieva lentamente al sole, ma lei non si preoccupava: ogni cucchiaino era un momento di pura felicità.
Mentre gustava la sua bevanda, il suo sguardo si perdeva all’orizzonte, dove il mare si fondeva con il cielo in un abbraccio di azzurro. In quel momento, si sentì completamente parte del paesaggio: la bellezza della Sicilia la circondava, riempiendo il cuore di un senso di libertà e di gioia infinita. La vita sembrava semplice, come il gesto di assaporare la granita, e tutto intorno a lei era magico.
La vista, il vestito, il mare e la granita al limone si mescolavano in un’unica esperienza sensoriale, un ricordo che sarebbe rimasto impresso nel suo cuore molto tempo dopo. In quel giorno di sole, tra scorci meravigliosi e sapori autentici, scoprì la gioia di lasciarsi andare e vivere il momento, perché la Sicilia sapeva come risvegliare il suo spirito.