Nel cuore del Lazio si trova uno dei territori più interessanti del centro Italia grazie alla presenza di illustri personaggi come Caio Mario e Cicerone, San Benedetto, Vittorio De Sica, Umberto e Marcello Mastroianni. Una valle quella della Ciociaria, da esplorare con la mente e con il cuore per leggere pagine di storia che vanno dalle civiltà più remote fino alle avanguardie contemporanee.
Visitare le sale del castello Ladislao, scoprire l’arte di Umberto Mastroianni, cittadino di Arpino di fama internazionale, osservando oltre cento sue opere tra sculture, disegni e bassorilievi è stato emozionante. Ma leggere Il suo libro “Il grido e L’eco” Edizioni Bora-Bologna, significa vivere in una intensa avventura lirica un dinamismo psicologico che fa della scrittura autobiografica respiro universale per proiettarsi in un infinito-futuro oltre lo spazio-tempo in una sorta di amorosa esaltazione della drammaticità del vissuto esistenziale riflesso nel suo io e in un mondo atemporale. Nel senso infinito della tragedia.
Le sue liriche, nate da impulsi profondi per cicatrizzare le stimmate del passato e aprire il solco dell’ avvenire, mostrano la superiorità dell’essere sulle teorie del potere: “Una civiltà, una cultura è possibile fondarle soltanto a condizione di rimmergerle nei valori veri, assoluti. Neanche le rivoluzioni possono vincere senza la partecipazione attiva di questi valori. L’industrializzazione, coi suoi eserciti di mass-media, soffoca il mondo. Senza l’ossigeno di ideali il dibattito non esiste. Più la scienza diventa tecnica, meno resiste all’urto con l’uomo” (Umberto Mastroianni).
In Mastroianni l’arte ha il compito arduo di salvare il mondo culturalmente distratto: “Il rapporto tra fame e guerra, oggi è paurosamente tragico, la corsa sfrenata agli armamenti, le premesse nucleari a soluzioni belliche totali, affossano tutte le speranze civili, concordando ad eliminare l’uomo dalla terra. Anziché costruire un sistema planetario, basato su un “nuovo umanesimo”, per spazzare la miseria sociale, siamo incalzati dalla corsa mortale delle armi nucleari”.
Un’arte dunque, quella di Umberto non straordinaria ma ricolma di una morale che spesso si identifica con l’uomo, ancora oggi carica di attualità per la sua capacità di salvare dalla barbarie il genere umano. Chiarendo che la poesia è l’elemento imparziale che al di là dei pregiudizi, delle ideologie e delle gerarchie economiche e culturali il Nostro riscopre la verità nelle parole. Piene di lieviti pregnanti di rivelazioni sottratte al potere in nome della libertà la sua lirica opera sotto l’impulso della fantasia, a mio avviso, ripristinando la speranza in una civiltà costruita sulla coscienza storica.
Il messaggio fondamentale che Mastroianni affida a noi contemporanei è contenuto in questa frase: “l’arte propone una via di uscita all’aberrazione, alla vita romanzata, una via di uscita dal caos, dalle teorie alienanti”. A tutti voi propongo la riflessione su queste suoi versi.