Emanuele Marcuccio pubblica il quarto volume del progetto poetico “Dipthycha”

Dipthycha 4. Corrispondenze sonore, emozionali, empatiche... si intessono su quel foglio di vetro impazzito...

È stato pubblicato poche settimane fa il quarto volume dell’apprezzato progetto poetico “Dipthycha” del poeta e aforista palermitano Emanuele Marcuccio. Il nuovo tomo, dal titolo Dipthycha 4. Corrispondenze sonore, emozionali, empatiche... si intessono su quel foglio di vetro impazzito... , esce per i tipi di TraccePerLaMeta Edizioni. In una sua dichiarazione spontanea (poi posta come esergo al Dipthycha 4) Marcuccio, con l’intento di dare le linee di confine di questa sua curiosa invenzione alla quale nel tempo hanno aderito decine di poeti di ogni regione d’Italia, ha osservato che “nell’individuare dittici e trittici poetici secondo il “Dipthycha” – operazione mai semplice – è essenziale che ogni autore non imiti l’altro ma che in una sorta di continuum, seguendo il relativo tema rimanga fedele al proprio modo di fare poesia. Se no, dove sarebbe l’innovazione? Solo qualcosa di simile a una poesia a quattro mani e nulla più”.

Marcuccio ricorda anche in che modo si è appropriato della tradizione del “dittico” per rivisitarla dando vita a una creazione inedita e personalissima: “[la parola “dittico” proviene dal termine] latino diptycha (–orum) , con contaminazione in chiave moderna e riadattamento del dittico – la tavoletta cerata in uso presso gli antichi Romani per scrivervi con lo stilo – in chiave poetica. [I]n ogni volume del progetto, la prima poesia di un dittico (o il suo inizio) va posta sempre nella pagina di sinistra, appunto per realizzare una rivisitazione poetica del dittico antico”. Da queste premesse teoriche e stilistiche Marcuccio non si è assolutamente fermato se teniamo in considerazione che, su un ampliamento dell’idea originaria, nel 2016 nasceva il trittico poetico a tre voci (su importante suggerimento di Luigi Pio Carmina e del sottoscritto), quale ulteriore approdo e sfida.
Nel 2021 la proposta del dittico poetico a due voci è stata inserita anche quale sotto-genere per la partecipazione al noto Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” dove, assieme alla poesia dinanimista (sperimentazione di Zairo Ferrante) e alla corto poesia (genere coniato dai siciliani Antonio Barracato e Dorothea Matranga) compone la terza possibilità di scelta per chi è intenzionato a percorrere le vie delle “sperimentazioni poetiche e nuovi linguaggi”.

Qualche dato numerico per descrivere l’opera in oggetto. Marcuccio – che ricordiamo essere anche autore della mastodontica opera Ingólf Arnarson (2017) di ambientazione islandese – è qui presente con 31 poesie di sua produzione – dove figurano le opere di ben 22 autori per un totale di 145 componimenti.
Ad arricchire il già di per sé pregevole volume sono la prefazione della poetessa e giornalista romana Michela Zanarella e la postfazione attenta di un “mostro sacro” della poesia contemporanea, il poeta partenopeo Antonio Spagnuolo senza dimenticare la dovizia di dettagli e l’approfondimento critico dell’abruzzese naturalizzata mugellana Lucia Bonanni che sapientemente e con grande slancio ha commentato vari dittici poetici a due voci con autore classico. Tra queste investigazioni ermeneutiche anche un breve saggio del sottoscritto sulla sfortunata poetessa lombarda Antonia Pozzi.



Nella copertina campeggia un’opera pittorica della francese Henriette Browne (1829-1901) dal titolo “Ragazza che scrive” datata 1870-1874 e conservata al Victoria and Albert Museum di Londra. In questa immagine secondo Marcuccio si rileva una certa continuità con quella delle copertine dei tre volumi precedenti; in essa è possibile individuare una scriba romantica inserita in un contesto che fa pensare a qualcosa di povero ma che, al contempo, trasmette un gran senso di meraviglia e pacificazione.
Il volume, che viene pubblicato con un leggero ritardo a causa della pandemia che ha rallentato tutto, si compone di 310 pagine. In questa “non solita opera antologica” (come nel tempo Marcuccio l’ha definita) sono presenti, oltre alle sue, poesie di Silvia Calzolari, Lucia Bonanni, Francesca Luzzio, Daniela Ferraro, Valentina Meloni, Ciro Imperato, Luciano Domenighini, Giorgia Catalano, Grazia Tagliente, Igino Angeletti, Emilia Otello, Lorenzo Spurio, Maria Salvatrice Chiarello, Rosa Maria Chiarello, Anna De Filpo, Giorgia Spurio, Carla Maria Casula, Maria Rita Massetti, Maria Palumbo, Giusi Contrafatto e Anna Scarpetta.
Particolarmente interessanti le dissertazioni critiche sviluppate dall’accostamento sensoriale ed empatico in questi “respiri paralleli” o risonanze, tra autori della nostra contemporaneità e intellettuali consacrati alla grandezza dell’Olimpo e inscritti nelle più luminose pagine della storiografia critica nazionale tra cui il Genio Recanatese (immancabile riferimento in Marcuccio e punto di raccordo inesauribile della sua primissima produzione), Giovanni Pascoli, sino ai più tormentati Dino Campana, autore dei celebri Canti Orfici e la poetessa di Pasturo, autrice di Parole, Antonia Pozzi. L’attenzione non si ferma alla cultura letteraria del Belpaese ma finisce per abbracciare anche una selezionatissima parure di poeti stranieri tra cui Rainer Maria Rilke e la polacca vincitrice del Premio Nobel Wisława Szymborska.
Antonio Spagnuolo nella postfazione descrive il progetto nei termini di una “operazione culturale di alto livello [dotata] di perspicace plurivocità”, gli fa eco Lucia Bonanni che ravvisa la genialità e l’unicità del progetto parlando consapevolmente di un’opera che mostra la sua «eccellenza in cui rinvenire una considerevole mappatura di poeti italiani e stranieri».
Last but not least il progetto sposa, come avvenuto per i precedenti tomi, la causa umanitaria dal momento che l’Autore, d’accordo con i ventidue autori inseriti, ha deciso di destinare i frutti derivanti dai proventi della vendita al Comitato pro terremotati centro Italia di Ancescao APS.

Posted

31 Mar 2023

Critica letteraria


Lorenzo Spurio



Foto dal web





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