Le colonie estive montane durante il fascismo

Un’importante pagina di storia fasanese.
Giunto al potere, Mussolini intraprende un vasto programma di formazione culturale con lo scopo di allevare ed educare schiere di giovani fascisti di provata fede e assoluta devozione

Quando si parla di episodi storici, di luoghi divenuti memorabili per avvenimenti tristi e spiacevoli non si pensa mai che qualcosa di simile sia stato vissuto nel nostro territorio, quello fasanese. Anni fa appresi da un libro dell’esistenza di un campo di internamento a pochi chilometri da Fasano. Ad Alberobello ci fu la cosiddetta Casa Rossa che accolse solo donne, dove si verificarono fatti inquietanti.





Un simile stupore ho provato davanti alla foto del saluto fascista al Duce nella nostra Piazza Ciaia portandomi a collegarla con quanto mi raccontava mia madre. Da alunna, alle elementari, aveva recitato vestita da Piccola Italiana.
Spinta dalla mia consueta curiosità ho cercato materiale su cui documentarmi.
Intanto la sede del Fascio era allocata nel Palazzo dell’Orologio, dotato di potenti altoparlanti per diffondere il discorso di Mussolini alla nazione.

Il Fascismo, andato al potere nel 1922, cercò di modellare la gioventù ai valori della sua ideologia. Nacque così l’Opera Nazionale Balilla e successivamente la Gioventù Italiana del Littorio. Tutti i giovani furono inquadrati secondo questa classificazione.

Corpi maschili:

  • Figli della lupa: dai 6 agli 8 anni

  • Balilla: dagli 8 ai 14 anni (escursionisti fino ai 12 anni, poi moschettieri)

  • Avanguardisti: dai 14 ai 18 anni (moschettieri, fino ai 16, poi mitraglieri).

  • Corpi femminili:
  • Figlie della lupa: dai 6 agli 8 anni

  • Piccole italiane: dagli 8 ai 13 anni

  • Giovani italiane: dai 13 ai 18 anni.

  • L’attrazione esercitata dalle divise induceva i giovani a sollecitarne ai genitori l’acquisto onde partecipare alle pubbliche manifestazioni. La generazione nata negli anni della rivoluzione fascista visse pienamente tutto il percorso delle attività ludico sportive e paramilitare, assorbendone i valori propagandati. Se oggi fosse ancora tra noi l’ingegnere Fernando Attoma Pepe, che già aveva frequentato l’Accademia Navale di Livorno, oppure Franco Ventrella che aveva ricoperto incarichi presso la Comunità Europea, come pure Ninì Pezzolla, nominato segretario locale del Fascio, ce ne darebbero conferma.
    L’educazione dell’infanzia, principale veicolo per la creazione dell’ “uomo nuovo fascista” e dei futuri soldati per le guerre, ricevette una particolare attenzione sia nel campo della scuola sia in quello dell’organizzazione delle attività ricreative e assistenziali quali le colonie di vacanza. Nel 1937 esse, come tutte le organizzazioni e le strutture destinate all’infanzia, furono affidate alla Gioventù italiana del Littorio (Gil), dipendente dal Pnf, che collaborava per la gestione delle colonie con i presidi sanitari locali e con le prefetture. Negli anni trenta e sino al 1942, crebbero in modo evidente sia il numero delle colonie di vacanza che quello dei bambini ospitati.
    Se il militarismo era imposto a fanciulli e adolescenti, agli adulti non veniva risparmiato nulla.
    I maestri elementari erano obbligati al giuramento.

    Giuro che sarò fedele al Re e ai suoi Reali successori; che osserverò lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato; che non appartengo e non apparterrò ad associazioni o partiti; che adempirò ai doveri stessi con diligenza e con zelo, ispirando la mia azione al fine di educare i fanciulli affidatimi al valore della Patria ed all'ossequio alle istituzioni dello Stato.

    .
    L’operazione avveniva senza alcuna resistenza. Due anni più tardi il giuramento fu imposto ai professori universitari ai quali veniva richiesta fedeltà al Regime Fascista. Su 1225, a dire no erano solo tredici.

    Il Giornale di Brindisi del 31 agosto 1935 riporta un’interessante notizia. Quella della Selva è l’unica colonia montana. Il refettorio e la cucina si trovano in comodi locali donati dalla famiglia Bianchi, il dormitorio invece è sistemato in corridoi ben arieggiati divisi da tendaggi. È stata costruita una piscina, unica in tutta la Regione dove ogni mattina i coloni fanno un salutare bagno. L’articolo così prosegue:

    Con i gerarchi abbiamo assistito all’ammaina bandiera. È stato un momento emozionante. Dopo le preghiere della sera e il canto “Giovinezza” la bandiera è stata ammainata. I gerarchi, i segretari dei fasci ivi intervenuti, hanno trascorso la nottata sotto le tende, un vero accampamento militare. Paglie e coperte.
    Al mattino dopo l’alzabandiera hanno assistito alla celebrazione della messa nella vicina chiesa per avviarsi subito dopo verso Cisternino.


    A completamento delle informazioni va specificato che anche Cisternino ebbe per la prima volta una colonia di tipo misto, quindici maschi e venti femmine, allogata presso un edificio scolastico con palestra.
    Giungiamo in tempi recenti. La Regione Puglia cede per 99 anni due prestigiosi immobili con trulli a titolo gratuito. Si tratta delle due colonie ex Gioventù italiana “Coppolicchio” e “Bianchi” che verranno destinate a nuove strutture con finalità socio-culturali-turistiche. Durante la sottoscrizione degli atti erano presenti il consigliere regionale Fabiano Amati e l’assessore comunale al Demanio Leonardo De Leonardis.
    Si precisa intanto che oggi la maggior parte di dette strutture sono abbandonate al loro destino.
    Una significativa e diretta testimonianza di simili esperienze vissute in prima persona fu narrata dall’autore barese Vito Maurogiovanni nel libro Eravamo tutti Balilla stampato da Adda editore nel 1970.
    Il prezioso documento, al di là delle notizie storiche corredate da foto, fa capire come un adolescente in quel particolare periodo si sforzava di comprendere la realtà circostante nei cui ranghi faticava a ritrovarsi.
    Il Pnf tenne ovviamente ad avere un proprio inno: Giovinezza cantato da Beniamino Gigli, di cui si riportano stralci.

    Salve o popolo d'eroi/ Salve o Patria immortale/ Son rinati i figli tuoi/ Con la fede e l'ideale/ Il valor dei/guerrieri/ La vision dei pionieri/ La vision dell'Alighieri/ Oggi brilla in tutti i cuor.
    Giovinezza, giovinezza/ Primavera di bellezza/ Nella vita e nell'asprezza/ Il tuo canto squilla e va.


    È molto probabile che nell’adunata del 10 giugno 1940, dai potenti altoparlanti predisposti in Piazza Ciaia, dopo il discorso di Mussolini, sia stato trasmesso questo canto. Mi è facile immaginare sotto il porticato del palazzo dell’orologio, sede del “Circolo dei galantuomini”, personaggi di spicco del momento: il dott. Onofrio Calefati, il federale Melpignano, l’avv. Nicola De caro, donna Maria Chieco Bianchi e tante altre personalità.

    Posted

    05 Feb 2023

    Storia e cultura


    Onia Angiulli



    Foto di Onia Angiulli





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