Il 15 settembre si è celebrata la Giornata Internazionale della De-mocrazia dedicata alla libertà di espressione e di stampa, fonda-mentali per la costruzione di un’opinione pubblica consape-vole dei suoi diritti e interessata alla gestione dello Stato per il “Bene Comune”.
Soprattutto nel “villaggio globale” dove l’informazione viaggia in uno spazio ed in un tempo fluido, è necessario vigilare sulla veridicità delle notizie difendendole dai giochi di potere legati ad interessi particolaristici. Solo il pluralismo degli organi di informazione può garantire la formazione di cittadini correttamente informati e capaci di scelte politiche rispettose dei diritti civili di tutti e di ognuno.
Il diritto fondamentale della libertà di espressione, presupposto imprescindibile della democrazia, in molte parti del mondo, e anche in Europa, è spesso disatteso se non violato.
Secondo una ricerca condotta dall’UNESCO e dal Centro Internazionale per i Giornalisti in centoventicinque paesi i giornalisti sono stati attaccati per il loro operato e spesso uccisi in conseguenza delle loro dichiarazioni pubbliche. Proprio per questa avversione ad un’informazione conforme alla realtà dei fatti, gran parte dei quotidiani sono confezionati utilizzando le notizie che arrivano da apposite agenzie, oppure da internet.
Ci si preoccupa, piuttosto, che l’evento sia sensa-zionale, che faccia scalpore, per far sì che chi la pubblica o la diffonde sia il più seguito e riesca a imporre al pubblico la sua “verità”, spesso frutto di una tale serie di tagli e di aggiustamenti, che ci si può chiedere se abbia ancora a che fare con l’avveni-mento iniziale.
Bisogna optare per un giornalismo obiettivo da non confondere con la ”propaganda” ma capace di raccontare quel che è successo per promuovere l’evoluzione della società verso il progresso condiviso.
Non vogliamo giornalisti-eroi vittime di attentati solo per essere sempre in movimento e presenti là dove i fatti capitano.
Solo se la discussione nel dialogo autentico prevale sulla paura il giornalismo potrà essere utile alla politica per risolvere le questioni fondamentali odierne.
Solo una politica interessata alla “Verità” raccontata dagli inviati nel mondo, potrà arginare il dilagare della guerra, risanare l’ambiente, mettere un freno alle diseguaglianze, superare il rischio degli arsenali atomici.
Rimane la necessità di educare i giovani come dice Gianni Rodari, oltre che a dire la verità, da sola non basta alla democrazia, ad avere la “passione” della verità: “Dobbiamo vederli appassionati a ciò che fanno, a ciò che dicono, a ciò che vedono” (G. Rodari-Il giornale dei genitori). Coloro che non sono innamorati della verità non sono capaci di pensiero.
Concludo con una citazione, che esalta il potere della stampa libera, del giornalista, editore e politico ungherese Joseph Pulitzer:
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.