Le donne e la scienza

Un connubio vincente che ha contribuito al progresso dell’umanità

UNA STORIA LUNGA OLTRE QUATTROMILA ANNI!
Tutto è cominciato da e con Merit Ptah (2.700 a.C.), la più antica scienziata e prima donna nel campo della medicina. Partiamo proprio da lei per l’affascinante e contrastata avventura della presenza femminile nel mondo della Scienza. Contra-stata perché il notevole contributo in termini qualitativi che le donne-scienziato hanno assicurato al pro-gresso dell’umanità si è concre-tizzato tra perplessità e pregiudizi che hanno accompagnato la loro presenza in questo particolare setto-re della cultura.

IL MONDO ANTICO: IPAZIA MA NON SOLO…
Detto di Merit Ptah, antesignana di tutte le scienziate, va sottolineato che le donne praticarono la Medicina fin dalla civiltà dell’antico Egitto, assicurando anche un contributo notevole nell’Alchimia e nella Chimica applicata. Il mondo “antico” è ricco di figure singolari che hanno contribuito al progresso, sia pure con i mezzi e la tecnologia dell’epoca. Ne ricordiamo alcune tra le più interessanti: Tapputi (XIII sec. a.C.), Agnodice (IV sec. a.C.), Aglaonice (IV sec. a.C.), Maria la Giudea (III sec. d.C.) a cui si deve l’invenzione del dispositivo di bagnomaria.
Ma il personaggio in assoluto più interessante è Ipazia (350-415) che fu maestra di Astronomia, Filosofia e Matematica. A lei si deve l’invenzione del densimetro, dell’astrolabio e di uno strumento per la distillazione dell’acqua. Tragica la sua fine, avvenuta per mano di una setta denominata dei Parabolani: Ipazia fu linciata, spogliata, assassinata, smembrata e i pezzi del suo corpo messi al rogo.

ETÀ MODERNA E CONTEMPO-RANEA: ANCORA QUALCHE PREGIUDIZIO
Per venire in tempi più recenti, anche per le Scienze – come per l’Arte, la Musica e la Letteratura – graduatorie stilate da organismi internazionali individuano le scienziate che più delle altre hanno inciso sul progresso dell’umanità. Ne segnaliamo alcune tra quelle su cui convergono consensi unanimi in virtù del loro operato.


Caroline Herschel (1750-1848), britannica di origine tedesca, studiò e scoprì diverse comete;
Elizabeth Garrett-Anderson (1836-1917), primo medico inglese donna, titolo che le fu accreditato dopo anni di discriminazioni;
Marie Curie (1867-1934); francese, fu una delle prime scienziate riconosciute a livello mondiale. Insieme al marito Pierre compì importantissimi studi sulle radiazioni e i materiali radioattivi che le valsero ben due Premi Nobel: per la Fisica e per la Chimica;
Barbara McClintock (1902-1992), biologa statunitense, innovò lo studio della Genetica e venne gratificata col Premio Nobel per la Medicina;
Maria Goeppert Mayer (1906-1972), tedesca naturalizzata statunitense, per anni oggetto di pregiudizi, ricevette il Nobel per aver elaborato il modello a guscio del nucleo atomico;
Rita Levi Montalcini (1909-2012), neurologa, filantropa e senatrice a vita della Repubblica italiana. Ricevette il Premio Nobel per la Medicina per le ricerche che portarono all’identificazione del fattore di accrescimento della proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso. Questa scoperta contribuisce ancora oggi allo studio di malattie come tumori, SLA e morbo di Alzheimer;
Dorothy Hodgkin (1910-1994), cristallografa e biochimica inglese. La determinazione delle strutture di importanti sostanze biochimiche tramite l’uso di tecniche legate ai raggi X le valsero il Nobel per la Chimica;
Getrude Belle Elion (1918-1999), farmacologa e biochimica statunitense, anche lei vittima di pregiudizi di genere, si distinse in campo accademico riuscendo a elaborare terapie efficaci nel trattamento dell’AIDS che le fecero ottenere il Nobel per la Medicina;
Francoise Barre-Sinoussi (1947), immunologa francese, Premio Nobel per la medicina per aver scoperto il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), causa dell’AIDS.

LE ITALIANE? UNA PATTUGLIA DI TUTTO RISPETTO
A queste si aggiungono anche alcune scienziate italiane, rappresentanti di un movimento vivace e degno di nota:
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1646-1684), prima donna della storia ad ottenere un dottorato;
Laura Bassi (1711-1778), seconda donna laureata in Italia e prima al mondo ad ottenere una cattedra universitaria (Fisica sperimentale);
Margherita Hack (1922-2013), astrofisica, prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia;
Samantha Cristoforetti (1977), astronauta e prima donna italiana dell’Agenzia Spaziale Europea a bordo della Stazione Internazionale Spaziale di cui è stata anche prima donna comandante;
Fabiola Gianotti (1960), prima fisica italiana e prima donna a essere nominata Direttore Generale dell’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, il CERN;
Lucia Votano (1947), prima donna fisica italiana alla direzione dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Notevoli i suoi studi sui neutrini.

CONCLUSIONI
Concludiamo questa “incursione” nell’affascinante mondo della Scienza al femminile, con una riflessione, supportata da statistiche credibili e aggiornate, sul rapporto donna-scienza ai nostri giorni, in Italia e nel mondo. In particolare all’interno d/el cosiddetto STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).
In tutta l’Unione Europea – afferma Openpolis, una Fondazione indipendente e senza scopo di lucro che raccoglie e cura dati per raccontare il mondo in cui viviamo – le donne restano ancora sottorappresentate nei percorsi educativi scientifici. A fronte di una media UE di circa 21 laureati Stem ogni 1.000 giovani tra 20 e 29 anni, le laureate sono solo 14,9. Il dato dei maschi è quasi doppio: 27,9. Un divario presente in misura variabile in tutti gli stati dell’Unione. Nel nostro Paese, il dato medio dei laureati (di entrambi i sessi) è più basso: 16,4 laureati in discipline scientifiche ogni mille giovani residenti. La quota di laureati Stem tra i maschi sale a 19,4, quella delle laureate si attesta al 13,3.
Il tasso di occupazione a un anno dalla fine degli studi – sottolinea, inoltre, il Consorzio Interuniversitario Almalaurea – è più alto per gli uomini (91,8% contro l’89%), mentre a 5 anni la forbice si allarga in modo impressionante (91% contro l’84%). Molto spesso le donne, ancora oggi, sono frenate da aspetti come l’impossibilità di conciliare vita privata e lavoro e aspettative che la società ha nei loro confronti.

Posted

14 Jul 2023

Storia e cultura


Duilio Paiano



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