Anche per il prestigioso riconoscimento mondiale non sono mancate disparità tra uomini e donne

UNA DISPARITÀ AVVILENTE
Proseguendo nel nostro itinerario all’interno del-l’universo femminile, alla ricerca di riscontri circa la presenza delle donne, dall’antichità ai giorni nostri, nel mondo delle arti, delle scienze, della letteratura e delle professioni in genere, rivolgiamo uno sguardo conclusivo al Premio Nobel, con l’obiettivo di verificare quante donne dal 1901, anno di istituzione del prestigioso riconoscimento, ne siano state destinatarie. Anche questa verifica può risultare significativa della considerazione di cui le donne hanno goduto e delle opportunità loro concesse per dimostrare il talento posseduto.




Su un insieme di circa 1300 assegnazioni nelle discipline previste dal Premio per volontà del suo fondatore – Fisica, Chimica, Medicina, Letteratura, Pace, Economia (aggiunta, però, a partire dal 1969) – soltanto 58 risultano essere le donne che lo hanno meritato: il 4,5% del totale. Un numero davvero esiguo che grida al mondo, una volta di più, la sproporzione tra gli apprezzamenti riservati agli uomini rispetto a quelli che le donne avrebbero meritato ma non hanno ottenuto. Per la precisione, a tutto l’anno 2022, i Premi Nobel al femminile sono stati così distribuiti: 4 per la Fisica, 8 per la Chimica, 12 per la Medicina, 17 per la Letteratura, 15 per la Pace, 2 per l’Economia.
La convinzione si rafforza: il talento può emergere solo a parità di condizioni; una situazione che nel passato non si è verificata e che ancora oggi cerca una piena realizzazione.
Riportiamo solo due esempi concreti di pregiudizi o, forse più esattamente, di giudizi sprezzanti che hanno vergognosamente bersagliato le donne. Quando, nel 1964, alla biochimica britannica Doroty Crowford Hodgkin (1910-1994) venne assegnato il Premio Nobel per la Chimica, certa stampa ebbe a scrivere: «Assegnato il Nobel a una moglie inglese». E qualche anno più tardi, nel 1977, allorché la biofisica statunitense Rosalyn Sussman-Yalow (1921-2011) vinse il Nobel per la Medicina, la stampa chiosò: «Cucina, rassetta e vince il Nobel».
Non eravamo nella preistoria, bensì nella seconda metà del secolo scorso...


LE ITALIANE
In questa esigua pattuglia di benemerite della cultura e della ricerca compaiono soltanto due italiane: Grazia Deledda, che ha vinto il Nobel per la Letteratura nel 1926, e Rita Levi Montalcini per la Medicina nel 1986. Anche in questo caso, un confronto con gli uomini italiani gratificati dal Nobel – 20 in tutto – risulta assolutamente mortificante. Il primo degli italiani ad ottenerlo fu Giosuè Carducci, per la Letteratura, nel 1906; il più recente Giorgio Parisi, per la Fisica, nel 2021.

Grazia Deledda – Nata a Nuoro il 27 settembre 1871 e morta a Roma, 15 agosto 1936, Deledda è stata una scrittrice feconda la cui fama si è diffusa in tutto il mondo. Merito, questo, ancor più apprezzabile se si considera che è vissuta in un’epoca che non premiava le ambizioni femminili. Era una donna minuta ma che sapeva imporsi per l’intensità del suo parlare e dello scrivere. Notevole l’impatto emotivo del suo intervento in occasione del conferimento del Premio Nobel, a Stoccolma: Sono nata in Sardegna – questo il suo esordio – e la mia famiglia è composta di gente savia, ma anche di violenti e di artisti produttivi.

Rita Levi Montalcini – Neurologa, nata a Torino il 1909 e morta a Roma il 30 dicembre 2012. A lei si deve, tra le altre, la scoperta del fattore di accrescimento della fibra nervosa per la quale è stata insignita nel 1986 del Premio Nobel per la Medicina. È stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze e socia dell’Accademia dei Lincei. Nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nell’anno 2001, "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale".

LA SINGOLARE VICENDA DELLA FAMIGLIA CURIE
Notevole la vicenda professionale e familiare di Maria Salomea Sklodowska, fisica polacca nata a Varsavia nel 1867 e morta in Francia nel 1934, sposata col fisico francese Pierre Curie. La Sklodowska si aggiudicò il Nobel per ben due volte: nel 1903 per la Fisica, per gli studi sulle radiazioni, contestualmente al marito Pierre Curie e all’altro fisico francese Antoine Henri Becquerel (1852-1908); nel 1911 per la Chimica, in seguito alla scoperta del radio e del polonio. La famiglia Curie, tuttavia, ha acquisito una certa familiarità col Premio Nobel, anche al di là dei successi di Marie e Pierre: la figlia Iréne (1897-1956), infatti, nel 1935 e sempre per la Chimica, si aggiudicò il Nobel per la scoperta della radioattività artificiale. Ulteriore analogia con i più noti genitori, è costituita dalla condivisione con il marito Fréderic Joliot (Parigi, 1900-1958), fisico francese che aveva conosciuto Iréne in quanto assistente della madre Marie.

E C’È ANCHE CHI HA FATTO IL BIS
La contemporaneità dell’assegnazione del Nobel a due coniugi si è ripetuta nel 2019 e ha interessato l’Economia: protagonisti la francese Esther Duflo (Parigi, 1972) e suo marito Abhijit Banerjee (Mumbai, India, 1961), unitamente a Michael Kremer (New York, 1964), per l’approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale. La Duflo, inoltre, può vantarsi di essere la persona finora più giovane ad aver ricevuto il Premio Nobel.
Appare rilevante, ancora, evidenziare come nella lunga storia del Nobel soltanto in altri quattro casi, oltre a Maria Curie, il Premio ha gratificato per due volte la stessa persona. Lo statunitense Jhon Bardeen (1908-1991), se l’è aggiudicato per la Fisica nel 1956, in virtù delle ricerche sui semiconduttori e la scoperta dell’effetto transistor; nel 1972 per aver sviluppato la teoria della superconduttività. Il chimico britannico Frederick Sanger (1918-2013), nel 1958, per il lavoro sulla struttura delle proteine, in particolare l’insulina; nel 1980, per il contributo alla determinazione della sequenza base begli acidi nucleici. L’altro statunitense Linus Pauling (1901-1994), Chimica, 1954, per la spiegazione della struttura di sostanze complesse; per la Pace, nel 1962, in quanto promotore della campagna contro i test nucleari. Infine Karl Barry Sharpless (USA, 1941), Chimica, nel 2001, per il suo lavoro sulle ossidazioni attivate da catalisi chirale; nel 2022 per lo sviluppo della chimica a scatto e della chimica bioortogonale.



LO SCIENZIATO E IL FILANTROPO ALFRED NOBEL
Alfred Nobel (Stoccolma il 21 ottobre 1833 – Sanremo, 10 dicembre 1936) è stato un chimico e ingegnere che ha messo a punto diversi esperimenti sugli esplosivi, avendo al suo attivo ben 355 invenzioni, la più famosa delle quali è la dinamite. I brevetti di queste invenzioni gli hanno consentito di accumulare un’ingente quantità di denaro che in grandissima parte decise di destinare all’istituzione di un Premio, da convinto e generoso filantropo qual era. La sua volontà – sancita nel testamento – era che il riconoscimento gratificasse chi avesse reso “i maggiori servizi all’umanità” nei campi della Chimica, Fisica, Medicina, Letteratura o nel favorire relazioni pacifiche tra i popoli della Terra. Fu così che nacque il Premio Nobel, regolarmente assegnato nelle sue varie declinazioni a partire dal 1901.

Posted

31 Aug 2023

Storia e cultura


Duilio Paiano



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