È quasi certamente l’acronimo universalmente più conosciuto e più apprezzato, certamente quello che funge da etichetta per un contenitore virtuale dall’intensa seduzione e al cui interno sono molte le nazioni del mondo che ambiscono a trovare posto e visibilità, esibendo un loro sito di particolare prestigio.
Il riferimento è all’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) che ha celebrato proprio in questo mese di novembre il 75^ compleanno, essendo la sua Costituzione entrata in vigore il 4 novembre 1946. In realtà, l’idea di un’Agenzia ONU che avesse nei suoi interessi l’Educazione, le Scienze e la Cultura si fa strada già qualche anno prima, quando è ancora in corso il secondo conflitto mondiale, trovando però impulso e definizione alla conclusione delle ostilità, puntando sulla convinzione che la pace duratura può essere costruita solo tramite la cooperazione internazionale nel campo dell’istruzione, delle scienze e della cultura.
Dunque, tutto ha inizio con il bisogno di pace, dopo la drammatica esperienza bellica e gli esponenti dei Paesi chiamati a definire il progetto decidono di inserire nel preambolo della Costituzione l’enunciazione dal forte impatto emozionale attribuita al primo ministro britannico: Since wars begin in the minds of men, it is in the minds of men that the defences of peace must be constructed.
Il concetto di pace – il desiderio di pace – diventa in tal modo non solo il principio enunciativo fondante dell’UNESCO ma anche il valore morale che ispira educazione, scienza e cultura.
Abbiamo immaginato l’UNESCO con le sembianze di un contenitore virtuale. In realtà, anche ciascuna delle sue articolazioni rappresenta un ampio bacino che coinvolge i modi del vivere civile, libero e democratico dei popoli e degli individui.
Non solo, ma la già citata Costituzione manifesta una sorprendente capacità di adattamento ai tempi (un’attualità permanente, si potrebbe affermare) che a questo livello è riscontrabile in pochi altri casi.
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Compie 75 anni l’UNESCO creato per favorire la pace e la comprensione interculturale tra gli Stati attraverso l’educazione, la scienza e la cultura.
Un obiettivo che, insieme alla promozione della cooperazione scientifica e alla protezione della libertà di espressione, passa anche attraverso la protezione e la salvaguardia dei siti ritenuti eccezionali per valore e bellezza
L’inclusione nel Patrimonio, diventata nel tempo un obiettivo molto ambito, persegue la valorizzazione di testimonianze appartenute a civiltà del passato, ma non solo, e diffuse su tutta la superficie del pianeta. L’obiettivo è quello di riportare alla fruizione e alla conoscenza dei contemporanei questi autentici monumenti (materiali e immateriali) della storia ma, soprattutto, trasmetterli e affidarli alle generazioni future. Spesso si tratta di opere e di luoghi unici e molto diversi tra di loro che, con l’indubbio appeal di cui sono dotati, alimentano un’operazione culturale dai significativi ritorni turistici ed economici.
Appartengono al nostro Paese ben cinquantotto delle centinaia di siti inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, a conferma della singolare vicenda storico-culturale che, nei secoli, ha fatto del “Bel Paese” (per dirla con Dante e Petrarca...) la culla indiscussa di movimenti letterari, artistici, scientifici che il mondo ci invidia e di una dovizia paesaggistico-naturalistica considerata un unicum senza eguali al mondo per bellezza e varietà.
L’UNESCO ha la sua sede a Parigi e anche in questo monumentale edificio sono vigorosi i segni della creatività e del genio italico degnamente rappresentati da Pier Luigi Nervi che per la progettazione ha collaborato con autentici geni dell’architettura mondiale quali Lucio Costa e Le Corbusier. L’Italia ne fa parte dall’8 novembre 1947, primo passo per la successiva annessione all’ONU avvenuta il 14 dicembre 1955.