La profezia di Bill Gates, che cinque anni fa aveva previsto la pandemia, in un video del 2015, tornato molto popolare in questi giorni: Non missili ma microbi. Iniziava così un discorso tenuto in un Ted Talk.
A marzo del 2015 Bill Gates, fondatore di Microsoft Corporation, in un intervento al Technology Entertainment Design (conferenza statunitense gestita dall’organizzazione privata non-profit The Sapling Foundation, che dà voce in tutto il mondo a persone che abbiano “idee che meritano di essere diffuse”), dichiarava:
– Quando ero un ragazzo, il disastro di cui ci preoccupavamo era la guerra nucleare. Oggi la più grande catastrofe possibile non è più quella. Se qualcosa ucciderà dieci milioni di persone nei prossimi decenni, è più probabile che sia un virus molto contagioso e non una guerra. Non missili ma microbi.
– Abbiamo investito pochissimo in un sistema che possa fermare un’epidemia – sosteneva Gates – Non siamo pronti… La mancanza di preparazione potrebbe permettere alla prossima epidemia di essere terribilmente più devastante di Ebola.
Le parole del fondatore di Microsoft seguivano la preoccupante diffusione di Ebola avvenuta appena un anno prima, nel 2014, sottolineando soprattutto l’insufficienza di organico sanitario per gestire l’epidemia che fu efficacemente confinata per la maggior parte in tre nazioni dell’Africa occidentale: Guinea, Liberia e Sierra Leone, mentre i pazienti iniziali di diversi paesi occidentali furono subito individuati e isolati. Quel successo però, fu determinato dalla natura di Ebola, un virus che, contrariamente al Covid-19, non si trasmette per via aerea ma tramite contatti diretti attraverso pelle con ferite, o mucose, con sangue o fluidi corporei di persone infette.
Da Ebola al Coronavirus
Tuttavia, nonostante l’esperienza acquisita con Ebola e la Spagnola (un virus che si diffuse per via aerea del 1918 causando la morte di trenta milioni di persone in tutto il mondo), nessun paese ha pensato di adottare misure collettive di prevenzione per il futuro. Viene da chiedersi se Gates fosse l’unico a preoccuparsi di questo tipo di minaccia globale, ipotizzando uno scenario che potrebbe oggi riflettersi nella pandemia globale provocata dal coronavirus Sars-CoV-2, che causa la Covid-19, iniziata in Cina nello scorso dicembre e caratterizzato dalla contagiosità degli asintomatici, dalla trasmissione per via aerea e dalla rapida diffusione.
Il Covid-19, una variante di un virus respiratorio, il Sars, che aveva creato il focolaio epidemico del 2003, è altamente infettivo e molto subdolo perché un’altissima percentuale di casi non produce sintomi, o sintomi lievi, e i contagiati sfuggiti allo screening, diffondono inconsapevolmente l’infezione.
Parole, le sue, che suonano oggi come una profezia:
– La prossima volta potremmo non essere così fortunati: potremmo essere di fronte ad un virus che ci fa sentire abbastanza bene anche quando si è contagiati, tanto da salire su un aereo o andare al mercato.
Abbiamo investito ingenti risorse e capitali nella costruzione di armi e in deterrenti nucleari, ma abbiamo investito pochissimo in un sistema che possa fermare una epidemia, nella ricerca, nella sperimentazione di vaccini e nell’addestramento del personale sanitario, tant’è vero che il Coronavirus ci ha colti completamente impreparati; un virus che si trasmette per via aerea come la Spagnola, ma più pericoloso, poiché la trasmissione assume comportamenti esponenziali.
In chiusura della sua conferenza, durata circa di otto minuti, Gates sosteneva l’importanza nell’investire sulla ricerca e sviluppo nell’area dei vaccini e della diagnostica, sul potenziamento dei sistemi sanitari nei paesi più poveri; nella formazione di un esercito di riservisti sanitari, di gente addestrata e con le competenze appropriate, nell’affiancare i militari ai medici per impiegarli nella logistica e nella capacità di mettere le aree in sicurezza.
– Non ho un budget esatto di quanto tutto questo potrebbe costare, ma sono sicuro sia molto basso rispetto al danno potenziale. La Banca Mondiale stima che se ci fosse un’epidemia di influenza mondiale, la ricchezza globale si ridurrebbe di più di tre trilioni di dollari e ci sarebbero milioni e milioni di morti. Dobbiamo muoverci perché il tempo non è dalla nostra parte.
Se c’è una cosa positiva dell’Ebola – concludeva Gates – è che può servire come avvertimento, come campanello d’allarme per prepararci. Se cominciamo adesso, potremmo esser pronti per la prossima epidemia.
Due anni fa, durante la conferenza annuale sui programmi educativi della Massachusetts Medical Society a Boston, Gates, nel suo discorso, ancora una volta aveva parlato di un potente virus che in poco tempo avrebbe portato alla morte milioni di persone.
Coronavirus, l’ultima profezia di Bill Gates: Presto fuori dalla crisi
Recentemente in una sessione di Ask Me Anything su Reddit (sito Internet di social news, intrattenimento, e forum) è tornato a parlare del Covid-19, rassicurando sul fatto che con misure adeguate la crisi verrà superata al più presto.
– Dobbiamo rimanere calmi – ha esordito riguardo l’emergenza coronavirus – Siamo di fronte a una situazione inedita, ma ne usciremo in tempi brevi.
Il 13 marzo Bill Gates, in piena pandemia da Coronavirus, ha annunciato le dimissioni dal Cda Microsoft e dalla Berkshire Hathaway, holding statunitense tra le più grandi al mondo (Gates è il secondo azionista) per dedicarsi, con la sua associazione Bill&Melinda Gates Foundation creata nel 2000, alle attività filantropiche e di ricerca scientifica su salute e cambiamento climatico, istruzione e sviluppo. Per la nuova emergenza sanitaria la Fondazione si è già impegnata a stanziare dieci milioni di dollari in fondi di emergenza, come ha riportato l’Ansa il 22 febbraio.