Il 9 gennaio del 1881, esattamente 140 anni fa, nasceva a Firenze il poeta e scrittore Giovanni Papini. Molto contrastato e dibattuto, si occupò anche di filosofia e religione. Fu un intellettuale dai “mille volti”; da ateo e anticlericale si convertì al cattolicesimo. Fu un personaggio inquieto e insoddisfatto; ebbe un’infanzia non molto serena e una adolescenza poco felice.
Con Giuseppe Prezzolini nel 1903 fondò la rivista Leonardo.
A causa della sua miopia, che lo colpì sin dalla nascita, non potè partecipare alla prima guerra mondiale per la quale si battè per l’intervento italiano; in un suo articolo al riguardo scrisse – Finalmente è arrivato il giorno dell’ira dopo i lunghi crepuscoli della paura.
Dopo anni di angoscia e di affanni spirituali scoprì la fede cristiana, grazie anche alla presenza della moglie in questo suo percorso. Nel 1921 pubblicò la Storia di Cristo in cui rendeva noto la sua conversione religiosa.
La pubblicazione ebbe un grande successo editoriale. Successivamente pubblicò Pane e vino e S.Agostino; quest’ultimo libro fu molto criticato da Antonio Gramsci, il fondatore del Partito Comunista Italiano. Benché quasi cieco, continuò tuttavia a scrivere e a pubblicare opere di grande interesse. A causa del suo coinvolgimento col fascismo dopo la seconda guerra mondiale, venne alquanto ignorato dal mondo della cultura e favorito solo dai cattolici. Fu definito dal poeta e scrittore argentino Jorge Borges un autore “immeritatamente dimenticato”. Morì l’8 luglio 1956. Nel 1958 gli è stato conferito il Premio “La penna d’oro” da parte della Presidenza del Consiglio.