Dopo ‘Sta terr dẹ Cẹrẹgnoulẹ, (Oceano Edizioni, 2020) scrigno di reperti poetici e dei luoghi di appartenenza, Antonio Daddario ci propone la sua ultima fatica letteraria Lo specchio del sole, edito da Oceano Edizioni, che ha visto luce in questi ultimi giorni di giugno.
– Antonio Daddario è un appassionato cultore del territorio, si muove tra i meandri storici con competente scioltezza e cognizioni, padronanza della lingua locale – frutto di studi, certosini scavi archiviali e continui aggiornamenti – le cui radici affondano in nobili trascorsi, consapevole che sia il milieu a fare la differenza.
Così lo definisce Maria Teresa Infante nella sua prefazione libro.
L’opera è una raccolta di pensieri, annotazioni, un diario di viaggio nel corso dell’esistenza – frutto di oculate osservazioni – e narrazioni fantastiche, sgorgate in maniera spontanea durante le soste dagli impegni, dalla frenetica attività quotidiana in cui la mente galleggia tra voli pindarici e fervida creatività espressiva.
La prima parte Quadri viventi si svolge tra lo scenario della nota località balneare di Rodi Garganico in cui, nonostante l’atmosfera vacanziera, l’Autore non riposa le cervella e, tra un’onda che bagna e il solleone che picchia, prevale l’acuto osservatore dell’essere umano e dell’immediato circondario con l’intima convinzione che, attraverso ciò che è visibile allo sguardo, si giunge a percepire l’invisibile nascosto agli occhi, altrimenti latente.
Nella seconda parte del volume assistiamo alla metamorfosi in cui la magia dell’incanto spodesta la realtà e apre le porte a nuove visioni. Nessun tecnicismo o manierismo che stridano con la tenerezza e la dolcezza svelata nel nonno, con la mano carezzevole della fantasia.
È l’amore a vincere su tutto, nella riscoperta del calore di uno sguardo, una carezza, un bacio, un brivido così come l’intero volume è permeato dalla bellezza del sentimento nobile per eccellenza. Amore per i luoghi, per la propria donna, per gli affetti, per l’Arte in ogni sua forma.
Fine intenditore della parola scritta, Daddario omaggia una delle figure più rappresentative del panorama nazionale dirigendo, da oltre dieci anni, il Premio Letterario “Nicola Zingarelli”, di cui è presidente, aggiungendo lustro alla Capitanata, rendendola crocevia annuale di scrittori, poeti e personalità di rilievo, non senza dimenticare il supporto collaborativo dell’Accademia della Crusca.