Rotundi, il foggiano che ha progettato la Vespucci

Foggiano di nascita, è stato Tenente Generale del Genio Navale

La nave più bella del mondo. Una definizione che non ammette repliche, assoluta, vigorosa e definitiva come una sentenza inappellabile. È riferita all’Amerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare Italiana, conosciuta e ammirata in tutto il pianeta proprio con questo appellativo. Ambasciatrice non soltanto della tradizione marinara del nostro Paese ma anche modello di stile, eleganza e design universalmente apprezzato.


L’Amerigo Vespucci fu impostata il 12 maggio 1930 nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia; venne varata il 22 febbraio 1931 e risultò completamente allestita il 2 luglio dello stesso anno. Due giorni dopo, il 4 luglio, al comando del Capitano di Vascello Augusto Radicati di Marmorito, nobile piemontese, partì assieme alla “gemella” Cristoforo Colombo per la sua prima Campagna addestrativa nel Nord Europa, la Campagna del Cinquantenario della Regia Accademia Navale (fondata nel 1881).
Dunque, parliamo di un’imbarcazione che, sia pure con le dovute modifiche e gli aggiornamenti succedutisi nel tempo, ha superato il traguardo degli 88 anni di vita. Non tutti sanno che ideatore e progettista di questa splendida imbarcazione è stato l’ingegnere navale pugliese Francesco Rotundi, un tecnico che ha espletato la sua professione e messo la sua creatività al servizio del Paese arruolandosi nella Marina Militare Italiana dove ha raggiunto il grado di Tenente Generale del Genio Navale.
Francesco Rotundi era nato a Foggia il 10 luglio 1885 da Leonardo e Carolina Padalino, secondogenito di tre fratelli e due sorelle. I suoi studi si sono svolti prima alla Regia Scuola Tecnica e, dopo, al Regio Istituto Tecnico “Pietro Giannone” del capoluogo daunio dove, dall’anno scolastico 1899-1900, frequentò la sezione fisico-matematica, secondo l’ordinamento scolastico dell’epoca, più o meno equivalente all’odierno Liceo scientifico. Conseguito il diploma, Francesco Rotundi decise di assecondare la sua passione per la Marina e le navi iscrivendosi alla Scuola Superiore Navale di Genova e, una volta conseguita la laurea in Ingegneria navale e meccanica, nel novembre del 1908, entrò in Marina come Tenente del Genio, assegnato all’Arsenale di Venezia.

Nella seconda metà degli anni Venti, la Marina Militare Italiana aveva deciso di rinnovare le Unità destinate all’addestramento degli Allievi dell’Accademia Navale. Lo Stato Maggiore ritenne che, nonostante lo sviluppo della nuova flotta fosse orientato verso una tecnologia sempre più avanzata, il migliore impatto con l’ambiente marino e la sua conoscenza fosse quello che si poteva apprezzare stando a bordo di una nave a vela, che del mare e del vento subisce maggiormente i condizionamenti e che degli elementi naturali richiede la più vasta conoscenza. Nel 1925, quindi, fu decisa la costruzione di due Navi Scuola gemelle – la Cristoforo Colombo e l’Amerigo Vespucci – affidandone il progetto a Francesco Rotundi, nel frattempo diventato Tenente Colonnello del Genio Navale, il quale, nel disegnarne le forme, si ispirò a quelle di un vascello di fine ‘700 - inizi ‘800.

Prima che la sua genialità e la solida preparazione scientifica venissero consacrate dalla costruzione della Vespucci, Rotundi si era fatto notare dai vertici della Marina Militare per altre imprese che lo avevano imposto all’attenzione dei suoi superiori.
Il suo talento venne messo alla prova in occasione del recupero della nave San Giorgio, rimasta incagliata nello stretto di Messina. Rotundi, imbarcato come Capitano del Genio Navale sulla nave Volturno, guidò magistralmente le operazioni di salvataggio della San Giorgio consentendole di raggiungere il bacino di carenaggio con i propri mezzi.
Egli ebbe un ruolo decisivo anche nella progettazione delle nuove corazzate tipo “Vittorio Veneto”, che furono le prime unità di 35.000 tonnellate costruite nel mondo, e di molte altre navi della Marina italiana. Si dimostrò particolarmente abile nel recupero di navi da guerra danneggiate o affondate, ma il suo genio trovò applicazione e occasione di dispiegarsi soprattutto nella trasformazione e modernizzazione di navi esistenti e nella progettazione di nuove unità. Al suo nome sono indissolubilmente legate, infatti, alcune delle più prestigiose unità navali della Marina che hanno fatto la storia militare italiana durante la I e la II guerra mondiale.

Le prime unità progettate da Rotundi furono i posamine della classe “Legnano”, notevoli per innovazioni tecniche e affidabilità. Doti e caratteristiche che Rotundi espresse in maniera straordinaria allorché nel 1933 si cimentò con la riprogettazione e la ricostruzione di veri e propri ‘monumenti’ dell’ingegneria navale italiana: le corazzate Conte di Cavour, Giulio Cesare, Andrea Doria e Caio Duilio, impostate nei primi anni del ‘900 e già protagoniste della Grande Guerra. Gli eccellenti risultati conseguiti rimisero queste navi in perfetta efficienza, ammodernandole e consentendo alla Marina Militare italiana di poter disporre di navi da battaglia adeguate ai tempi e in grado di fronteggiare le più attrezzate Marine europee.
Su due di queste corazzate, bersaglio di un attacco di aerosiluranti dell’Aviazione britannica sul porto di Taranto, il 12 novembre 1940, ebbe modo di intervenire nuovamente. La Conte di Cavour fu affondata e la Caio Duilio gravemente danneggiata. La perizia di Francesco Rotundi si manifestò ancora una volta in tutta la sua straordinarietà: a capo di un team di esperti riuscì a recuperare e ricostruire le due navi, unitamente all’altra corazzata Littorio, all’incrociatore Trento e al cacciatorpediniere Libeccio coinvolti nello stesso attacco sul porto di Taranto.
Francesco Rotundi morì a Roma il 25 ottobre 1945, all’età di 60 anni. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Foggia, nella tomba di famiglia, a ricordo imperituro di un foggiano e di un pugliese che ha onorato con le sue imprese la terra natale e che certamente meriterebbe ben altra considerazione nel ricordo dei suoi conterranei.

Posted

09 Jan 2020

Storia e cultura


Duilio Paiano



Foto dal web





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