Potremmo definirla storia di normale emigrazione, quella che stiamo per raccontare, se non fosse che da un'emigrazione apparentemente “normale” è scaturito un personaggio di eccezionale rilievo politico e sociale e di caratura internazionale. Non è, tuttavia, un caso raro, se si pensa alle personalità che si sono affermate nel continente americano, partite direttamente dalla Puglia o appartenenti alle generazioni successive.
Il personaggio di cui ci occupiamo in questo numero continua a godere, anche dopo la scomparsa, di un appeal del tutto particolare, in aggiunta alla fama che l'ha accompagnato in vita e che l'ha inserito di diritto nell'immaginario generale dell'intero pianeta. Il riferimento è a Fiorello la Guardia, noto come sindaco di New York – in molti ritengono che sia stato il più amato sindaco della metropoli statunitense di sempre – che nel cognome tradisce chiaramente origini italiane. Più esattamente pugliesi.
Sia pure ripercorrendola per sommi capi, la vicenda umana e politica di Fiorello La Guardia appare davvero esaltante e molto articolata. Per molti versi, anche intrigante.
Quando venne eletto alla carica di primo cittadino di New York – mandato al quale fu chiamato per la prima volta nel 1933 e che replicò nel 1937 e nel 1942 – Little Flower, come veniva affettuosamente soprannominato, aveva già maturato, ancora giovanissimo, una presenza operosa nel Congresso statunitense, nelle file del Partito repubblicano, negli anni dal 1916 al 1932.
Fiorello La Guardia era nato a New York l'11 dicembre 1882 da Achille Luigi Carlo, immigrato di origini foggiane, e da Irene Coen, triestina. Piuttosto movimentate l'infanzia e la giovinezza di Fiorello. Morto il papà Achille nel 1898 in seguito a una grave malattia contratta nel corso del conflitto ispano-americano, la famiglia rientrò in Europa, trasferendosi a Trieste, allora appartenente all'Impero austro-ungarico. L'America, però, era nel suo destino così che nel 1906 ritornò a New York dove trovò impiego presso il centro di accoglienza degli immigrati provenienti dall'Europa, in Ellis Island. Sarebbe potuta essere, questa, la sua definitiva e stabile destinazione se la storia, sempre in agguato con le sue imprevedibili vicende, non gli avesse imposto un nuovo ritorno in Italia, in una condizione e per mansioni del tutto particolari.
Quando, nel 1917, gli USA decisero di “entrare” come parte attiva nel I conflitto mondiale, si trovarono nella necessità di organizzare l'aviazione militare e di addestrare i piloti che l'avrebbero potuta sostenere. Va ricordato che il primo nucleo aereo degli Usa era già nato nel 1907 come parte integrante dell'Esercito; L'USAF (United States Air Force) divenne una forza militare autonoma soltanto il 18 settembre 1947. La necessità di addestrare i piloti per impegnarli nel conflitto in atto, incoraggiò le autorità americane a inviare in Europa, all'epoca all'avanguardia nello specifico settore, un certo numero di cadetti. L'Italia era tra i Paesi che potevano già vantare una lusinghiera, benché giovane, tradizione, e una scuola aeronautica che si era conquistata una meritata fama sia nel campo dell'industria aeronautica che per la perizia dei suoi piloti. Tra i campi d'aviazione italiani in cui si svolgeva l'addestramento dei piloti era molto conosciuto e apprezzato l'aeroporto “Foggia Sud” (nel tempo sarebbe diventato “Gino Lisa”, intitolato al sottotenente pilota deceduto nel 1917 nel corso di un'operazione di guerra) che ospitava una scuola di elevato livello qualitativo.
Dunque, gli aspiranti piloti americani furono inviati anche in Italia e tra i 411 che vennero destinati al “Foggia Sud” vi era anche il cadetto Fiorello La Guardia. Per lui non si trattò soltanto di un ritorno in Italia ma, addirittura, un rientro nella città che aveva dato i natali al papà Achille. Nel capoluogo della Daunia rimase dal primo giorno di addestramento, 28 settembre 2017, fino all'esame conclusivo dell'ultimo pilota americano, 25 giugno 1918. Nove mesi in tutto. Una coincidenza fortunata che Fiorello La Guardia accolse con entusiasmo, come riporta il giornalista e studioso del territorio Luca Pernice nel suo I Foggiani. I piloti americani della I guerra mondiale addestrati a Foggia, Edizioni del Rosone, 2017: «Quel nome mi elettrizzò mentre restavo lì a rileggere gli ordini. Avevo sentito parlare di Foggia in tutta la mia vita. Non solo stavo andando nella terra dei miei antenati, ma nel luogo ove era nato mio padre. Generazioni dei La Guardia avevano vissuto a Foggia, quella piccola città vivace in Puglia, appena sopra il tacco dello stivale, a pochi chilometri dal Mare Adriatico».
Come pilota raggiunse il grado di ufficiale dell'Aviazione statunitense e si distinse, nel corso della permanenza a Foggia anche per la sua personalità e per la capacità di rivendicare, nei confronti delle autorità italiane, alcuni diritti per i suoi commilitoni. Il carattere e il carisma del futuro sindaco di New York si erano già manifestati con chiara determinazione.
Per lungo tempo è rimasta insoluta una controversia circa il comune di nascita del papà Achille: all'inizio si pensava che fosse stata Cerignola a dargli i natali. Ricerche successive, condotte da studiosi di storia del territorio, certificate da documentazione scovata in archivi e uffici anagrafici e parrocchiali, hanno definitivamente acclarato che Achille Luigi Carlo era nato a Foggia. Afferma, infatti, a tal proposito, Leonardo Scopece nella sua ponderosa Storia di Foggia dalla preistoria all'età contemporanea, riportando, a sua volta, il passaggio di una ricerca di Raffele de Seneen e Romeo Brescia: «Un attento studio compiuto da alcuni storici locali, riferito a dati presenti nel registro dei battezzati della Parrocchia della Basilica Cattedrale conservato presso l'Archivio diocesano, nello Stato d'Anime (Stato di popolazione) delle Parrocchie Cattedrale e San Tommaso e nell'Archivio Storico del Comune di Foggia elimina ogni dubbio nell'identificare in Foggia il luogo di Nascita di Achille Luigi Carlo La Guardia, figlio di Don Raffaele e di Donna Rosa Di Maria, battezzato il 26 marzo del 1849».
Tralasciando molte delle iniziative che sono legate alla persona di Fiorello La Guardia, vale la pena evidenziare, per concludere questo rapido profilo, che tre mesi prima che morisse di cancro gli fu intitolato il 'Fiorello La Guardia Airport', seconda struttura aeroportuale della metropoli americana. Era l'1 giugno 1947: Fiorello sarebbe morto il 20 settembre successivo. Ed ancora: il legame con la Puglia e Foggia rimase sempre vivo nel suo cuore e affidato a moti d'animo di grande sensibilità: nominato dal Presidente Truman direttore dell'UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration), donò 400 milioni di lire per la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Soltanto uno dei tanti esempi di attaccamento alle radici paterne che seppe e volle onorare fino all'ultimo giorno della sua vita.