GIANNI RODARI, IL GENIO DELLA FANTASIA CHE HA INCANTATO OGNI BAMBINO
Nato a Omegna in provincia di Novara il 23 ottobre del 1920, Gianni Rodari per molti anni è stato non solo maestro di scuola elementare ma anche poeta e giornalista. Sul quotidiano L’Unità di Milano infatti, nel 1949, ha curato la rubrica intitolata “La domenica dei Piccoli”.
È in questi anni che sviluppa una propensione verso la scrittura per l’infanzia e nascono i suoi primi personaggi come Cipollino. Il suo interesse tuttavia, non si limita ad inventare storie, ma si orienta anche verso studi pedagogici finalizzati alla creazione di orientamenti e linee guida per avvicinare i più piccoli alla lettura e alla letteratura.
Tra gli anni ’50 e ’60 teorizzerà l’importanza, per i bambini, della poesia vissuta come gioco, recuperando ritmi e suoni delle filastrocche ed esplorando le potenzialità della lingua attingendo al potere combinatorio e liberatorio delle parole. I suoi versi, scritti in un linguaggio semplice e diretto, descrivono emozioni e sentimenti importanti che insegnano ai più piccoli le cose importanti della vita.
Pubblica numerosi libri che lo portano, nel 1970, a riceve-re il premio Hans Christian Andersen, una sorta di Nobel della letteratura per l’infanzia conferito ogni due anni come riconoscimento per l’impegno profuso e come contributo alla letteratura dei più piccoli.
Deceduto nel 1980 a soli 59 anni, ci ha lasciato libri indimenticabili nei quali ha cercato di diffondere preziosi ideali da perseguire da grandi e piccoli, come libertà e fantasia, e soprattutto l’idea che la dissacrazione dei luoghi comuni e lo stravolgimento del linguaggio aiuta a liberarci dal conformismo e dai pregiudizi.
Le sue storie e le sue filastrocche hanno un chiaro scopo: far evadere i bambini dalla quotidianità, educarli, con fantasia e semplicità a diventare bravi adulti che abbiano a cuore il prossimo. La rivoluzione è forse stata questa: scrivere qualcosa di universale e senza tempo.
Uomo riservato ma dotato di grande sensibilità e curiosità, è considerato un intellettuale e un artista assai più ricco e complesso di quanto comunemente si possa pensare.
Rodari è dunque un rivoluzionario nell’uso delle frasi; crea immagini e incita all’azione.
È un giocoliere che ha la capacità di esprimersi in modo semplice per far giungere a tutti un pensiero che è vitale e può cambiare il modo di pensare.
Nei suoi giochi di parole si denota una ricerca scientifica sulle persone e sul quotidiano che descrive nei sui racconti. L’attualità di Rodari è proprio qui, nella poetica della “fantasia”, in una concezione ironica ed autoironica della realtà affrontando le tematiche civili e sociali della pace e della guerra, dell’emigrazione, dell’ingiustizia, della disuguaglianza e della libertà. La scrittura di Rodari, a quasi quarant’anni dalla scomparsa, mostra ancora intatta tutta la sua forza innovativa.
Per questo ha ottenuto un grande successo; non è un caso che le sue opere siano state tradotte in molte lingue. Ancora oggi, dopo tanti anni, i bambini continuano ad affezionarsi ai suoi personaggi e gli adulti a leggere La grammatica della fantasia, uno strumento valido tutt’oggi non solo per approcciarsi al difficile compito della crescita dei ragazzi, ma anche per aprire il cuore degli adulti, risvegliando nella memoria i ricordi della loro infanzia per indurli a soffermarsi un attimo, a pensare alle cose importanti, a non lasciarsi trascinare dalle corse a cui ci obbliga la vita di ogni giorno.