“Oltre il buio del pensiero/onde misteriose ci sospingono,/ mentre da lontano ci chiama/ il tempio dell’infinito”, così chiude la silloge Imperia Tognacci.
Il prigioniero di Ushuaia, un viaggio nella Patagonia argentina, dove si incontrano meravigliosi paesaggi: il deserto, l’oceano, il ghiaccio del Polo Sud e su cui domina la Croce del Sud, che osserva, dall’inizio dei tempi, lo svolgersi delle esistenze umane.
Il poemetto è composto da venti testi poetici in lingua italiana e tradotti in lingua spagnola da Angela
Pansardi, per onorare la poesia anonima del prigioniero, la quale apre il volume e a cui si è ispirata la poetessa.
Nella prefazione Sandro Gros-Pietro scrive: “È, invece, un viaggio dentro l’analisi psicologica individuale; è una sorta di autoanalisi o se vogliamo una proiezione psicologica della verità cui può condurre la finzione e la metafora letteraria”.
La Natura viene descritta abilmente, ricreando la suggestione di quella terra così misteriosa, in cui il ghiaccio si scioglie e arriva fin nella steppa arida: “Rughe di polvere/ nell’impietosa steppa/ ancorata a silenzi di radici/ sotto le ostili sassaie”.
Si apre una breccia e la scrittrice incontra il suo prigioniero: lo avverte, lo sente, le loro anime comunicano nel momento in cui sfiorano gli stessi luoghi e i loro piedi calpestano la stessa terra. Avviene così il contatto e la Tognacci comincia a pensare che, forse, il prigioniero non ha commesso solo nefandezze e omicidi.
Sembra che la Nostra sia rapita e travolta da una sorta di pietas verso quest’anima infernale e che senta su di sé la malinconia e la disperazione del prigioniero: “Tu sola, Croce del Sud,/ tu sola hai visto, tra l’essere/ e il non essere, la poesia/ mutare la sua rotta/ e nelle mie mani depositare/ un desolato canto,/ onda che indietro è tornata/ dall’ultima scogliera”.
La saggista Marina Caracciolo nel suo studio “Verso lontani orizzonti” afferma: “Un messaggio struggente, colmo di disperazione e rassegnazione insieme, che pare lanciato nel vento o fra le onde del mare dentro una bottiglia, perché un viaggiatore di passaggio possa trovarlo, leggere fra le righe la storia di un infelice recluso che ha pagato duramente la sua colpa, e proverà pietà per lui”.
La poesia, lasciata dall’anonimo quale mezzo per redimersi, è finalmente giunta tra le mani della scrittrice, la quale è stata quell’ombra che (egli aspettava dicendo) verrà dal tramonto mi incontrerà seduto sul sentiero.
IMPERIA TOGNACCI
La Tognacci nasce a San Mauro Pascoli, si diploma all’Istituto Magistrale di Rimini e dopo aver vinto il Concorso Magistrale del Ministero della Pubblica Istruzione, si trasferisce a Roma e comincia la sua attività d’insegnante. Nel 1996 comincia a collaborare come poetessa e saggista alla rivista culturale La Procellaria di Reggio Calabria, diretta da Francesco Fiumara.