Un irripetibile momento di psicologia esistenziale
Maria Teresa Infante non smentisce se stessa e le sue opere precedenti – siano esse di narrativa che di poesia – e stupisce ancora una volta con il recente La Sconosciuta, un lavoro che sorprende per peculiarità di pensiero e d'impostazione, sottraendosi alla tradizionale classificazione “romanzo”, “saggio”, “poesia”. Probabilmente la verità è nel mezzo, offrendosi La Sconosciuta come un'interessante creazione di narrativa/poesia. Cercherò di spiegarne il perché più avanti.
Il testo è articolato in brevi capitoli (ma, poi, sono davvero capitoli nel significato più ricorrente del termine?) senza titolo e privi di una numerazione che li distingua. Per la verità un titolo ce l'avrebbero, ed è sempre lo stesso – “A un'ora dal Destino” –, alternativamente dedicati a “Lei” e “Lui”, che con l'Altra (La Sconosciuta) sono i protagonisti che animano questo intrigante lavoro letterario. “Lei” possiede un nome, Amanda, mentre “Lui” rimane nel limbo di un misterioso quanto impalpabile anonimato.
e i siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità
Le sette meraviglie del mondo antico resistono ancora oggi nell’immaginario popolare come simbolo di bellezza e suscitano sentimenti di ammirazione per la maestosità della loro struttura. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, soltanto la gigantesca piramide del faraone Cheope ha resistito all’inesorabilità del tempo; tutte le altre sono andate distrutte, vittime della forza devastatrice di incendi o terremoti.
Tra storia, immaginazione, misteri e leggenda: antenate dei moderni siti patrimonio dell’umanità
FASCINO E MISTERO DELLE “MERAVIGLIE”
Il complesso delle piramidi di Giza, tra le quali spicca quella del faraone Cheope di cui ci siamo occupati nel numero scorso di OceanoNews, orienta lo sguardo e l’interesse su uno scenario tanto affascinante quanto misterioso: quello delle cosiddette “sette meraviglie del mondo antico” di cui la piramide di Cheope è la più antica e l’unica giunta fino a noi.
Una delle sette meraviglie del mondo antico, tomba di un faraone spregiudicato e tiranno
Un monumento “meraviglia” del mondo
È l’unica delle sette meraviglie del mondo antico ancora esistente. Non sono bastati, infatti, oltre 4.500 anni per distruggerne la presenza e la maestosa suggestione che riesce a ispirare la piramide di Cheope – dal nome del faraone che vi è stato sepolto – collocata nei pressi della città di Giza, in Egitto, sulla riva occidentale del fiume Nilo, a circa 20 km dalla capitale Il Cairo.
Vasili Arkhipov. Non lo troveremo mai nei libri di storia, eppure...
L’ufficiale della Marina sovietica Vasili Alexandrovich Arkhipov (Staraya Kupavna, 30 gennaio 1926 – 19 agosto 1998) nasce in una famiglia contadina e studia prima nella Pacific Higher Naval School, quindi frequenta la Caspian Higher Naval School conseguendo la laurea in Ingegneria nel 1947.
Dal baratto al Bitcoin, l’evoluzione della moneta nel corso dei secoli
In principio era il baratto, generalmente considerato la prima forma storica dello scambio commerciale di beni, ancora anteriore allo scambio monetario. È stato Adam Smith (1723-1790) a ipotizzare per primo che la moneta sia subentrata al baratto per un’evidente “debolezza” di quest’ultimo: il sistema di scambio, infatti, presupponeva la coincidenza di una reciprocità di bisogni tra chi desiderava cedere un prodotto e colui che, a sua volta, ne avesse bisogno e fosse al tempo stesso in grado di ricambiare con uno di gradimento del primo.
Tuttavia, non sono pochi gli storici e gli economisti che ritengono il baratto successivo ad altre fasi storiche di economia commerciale: le società non monetarie, infatti, operavano largamente secondo il principio dell’economia del dono e del debito.
L’invenzione della ruota rappresenta un momento estremamente importante nella storia.
Oltre ad aver modificato i trasporti, ha anche rivoluzionato e accelerato il processo tecnologico
La storia dell’umanità è costellata da in-venzioni che più di altre hanno contribuito a rivoluzionare il corso della civiltà, agevolando e velocizzando l’avvento del progresso.
Alcune di tali invenzioni non hanno una paternità comprovata e vengono attribuite a intuizioni occasionali o all’ingegnosità di un popolo.
dalla sconfitta del vaiolo fino ai giorni del Covid-19
Chi dovesse credere che le polemiche e le prese di posizione anti-vaccino siano un fenomeno sorto negli ultimi due anni, collegato alla pandemia da Covid-19, prenderebbe un grosso abbaglio. Un “movimento anti-vaccino”, infatti, si era costituito già tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, in seguito alla messa a punto di un vaccino antivaioloso da parte di Edward Jenner, con motivazioni di fondo non molto dissimili da quelle manifestate recentemente in Italia e nel mondo. Gli oppositori, particolarmente attivi in Inghilterra, riuscirono a farne abolire l’obbligo.
ma non solo, prima di giungere alla pandemia da Covid-19
Il nostro itinerario tra le epidemie/pandemie più note e devastanti della storia dell’umanità si conclude puntando l’attenzione soprattutto su tre eventi contagiosi rilevanti per estensione e numero di vittime: la peste nera, la peste bubbonica manzoniana e l’influenza spagnola.
La pandemia che ostacolò il sogno dell’imperatore bizantino di liberare l’Italia dai barbari
Come abbiamo visto nel numero scorso di OceanoNews, la cosiddetta “peste di Atene” è stata la prima epidemia riportata dalle cronache, la cui conoscenza ci è giunta attraverso la narrazione dello storico greco Tucidide.
Altre epidemie, di dimensioni tali da pretendere una menzione, si sono succedute nel corso dei secoli, anticipando la pandemia da Covid-19 indesiderata nostra “compagna di viaggio” ormai da due anni. Prima ancora della “peste di Giustiniano”, su cui ci soffermeremo diffusamente più avanti, meritano un cenno la “peste antonina” (165-180 d.C.) e la “peste di Cipriano” (251-270 d.C.).
Nel 430 a.C. la peste sterminò gli ateniesi e portò al collasso il cuore della cultura ellenica
Erano ancora di là da venire gli specialisti della Medicina oggi alle prese con il Covid-19: epidemiologi, infettivologi, virologi, immunologi e così via. Ed erano ancora tutti da inventare gli strumenti tecnologici capaci di individuare minuscole particelle o microrganismi invisibili a occhio nudo. Nell’antichità – ai tempi della civiltà ellenica o dei nostri antenati romani – si diagnosticavano le malattie attraverso le scarse conoscenze possedute, affidandosi alla creatività e all’intuito di scienziati che hanno avuto il merito di porre le basi della moderna Medicina.
Due scoperte che hanno rivoluzionato il mondo
La comunicazione, ormai, si è imposta come una necessità inalienabile della nostra epoca, sia nel campo del lavoro che nell’impiego del tempo libero. La tecnologia asseconda questa esigenza, evolvendosi e aggiornandosi senza soluzione di continuità, proponendo prodotti che aiutano a relazionarci sempre meglio e sempre più rapidamente.
I 75 anni dell’UNESCO per tutelare il patrimonio culturale del mondo
È quasi certamente l’acronimo universalmente più conosciuto e più apprezzato, certamente quello che funge da etichetta per un contenitore virtuale dall’intensa seduzione e al cui interno sono molte le nazioni del mondo che ambiscono a trovare posto e visibilità, esibendo un loro sito di particolare prestigio.
Il riferimento è all’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) che ha celebrato proprio in questo mese di novembre il 75^ compleanno, essendo la sua Costituzione entrata in vigore il 4 novembre 1946. In realtà, l’idea di un’Agenzia ONU che avesse nei suoi interessi l’Educazione, le Scienze e la Cultura si fa strada già qualche anno prima, quando è ancora in corso il secondo conflitto mondiale, trovando però impulso e definizione alla conclusione delle ostilità, puntando sulla convinzione che la pace duratura può essere costruita solo tramite la cooperazione internazionale nel campo dell’istruzione, delle scienze e della cultura.
Un lustro di edizioni, cinque anni di successi e di consensi. Un Premio giovane che ha saputo conquistare in pochi anni un posto di rilievo nel panorama letterario italiano ed internazionale
IN FOTO: Il senato Accademico Massimo Massa, Maria Teresa Infante, Pasquale Panella, Duilio Paiano Laura Pavia, Gilberto Vergoni, Barbara Agradi
La prestigiosa Sala delle Scuderie del Castello Normanno-Svevo di Sannicandro di Bari si è offerta come contenitore privilegiato per la cerimonia conclusiva della V edizione del Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea intitolato a Lucius Annaeus Seneca. La cultura, insomma, è entrata nella storia arricchendola attraverso tutti i fermenti che la cerimonia è riuscita a elargire agli intervenuti.
Organizzato per la prima volta sotto l’egida della neonata (aprile 2021) Accademia delle Arti e delle Scienze Filosofiche, anche quest’anno il Premio è stato prodigo di emozioni e suggestioni che l’hanno reso spettacolarmente godibilissimo e intenso dal punto di vista contenutistico per il valore delle opere pervenute e premiate, oltre che per la sapiente “cornice” musicale e scenografica predisposta per la circostanza.
Ambizioso e intraprendente, fu determinante per la spedizione di Colombo alla scoperta dell’America
Un viaggio in Spagna con il fratello maggiore Antonio e lo zio Angelo che vi si reca per una missione diplomatica presso il re d’Aragona Giovanni II. È l’occasione, siamo nel 1469, da cui scaturisce la singolare vicenda del giovane Alessandro Geraldini, nato ad Amelia nel 1455 da nobile famiglia e indottrinatosi nelle scienze umanistiche frequentando la scuola del noto studioso Grifone d’Amelia. Alessandro rimane affascinato dalla Spagna e dalla vita di corte, tanto da diventare precettore delle figlie della regina Isabella e suo influente consigliere, quindi diplomatico di acclarata competenza e, infine, vescovo dalle indiscutibili doti spirituali e operative.
Personaggio diventato mito dall’enigmatica grandezza ancora oggi è oggetto di valutazioni contrastanti
Ei fu. Siccome immobile,/ dato il mortal sospiro/ stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,/ così percossa, attonita/ la terra al nunzio sta.
Il notissimo “attacco” dell’ode manzoniana Il 5 maggio non ammette dubbi: in quel “Ei fu” è racchiusa tutta la drammatica definitività di un’avventura che nel tempo di circa due decenni ha stravolto l’Europa avendo per protagonista Napoleone Bonaparte cui il componimento è dedicato. Si tratta della prima di diciotto strofe e sancisce la fine di un condottiero, di un uomo politico, di uno stratega che ancora oggi fa discutere, a distanza di due secoli dalla scomparsa, avvenuta il 5 maggio 1821.
Storie di grande umanità e non solo
Al nome di Caporetto è legato il ricordo di una delle più dolorose sconfitte che l’Esercito italiano ha subito nel corso della sua storia, tanto da proporsi nell’immaginario collettivo come sinonimo di disfatta.
La battaglia di Caporetto, combattutasi tra il 24 ottobre e il 27 novembre 1917, ha portato con sé anche ripercussioni di ordine sociale ingiustamente minimizzate, se non ignorate, dalle pagine dei libri di storia. Tra queste anche il cosiddetto profugato veneto-friulano animato da ben 600mila tra donne, vecchi e bambini – provenienti dall’Altopiano di Asiago e dalla Valle del Brenta, ma anche da città come Udine, Venezia e Treviso – che abbandonarono il territorio invaso o minacciato dall’esercito austriaco.
Non era valso il nome “Utopia” per la nave a vapore della compagnia inglese “Anchor Line” per evitare il naufragio nelle acque di Gibilterra, in quella fatale sera nella quale perironocirca seicento persone
La lunga e travagliata storia dell’emigrazione italiana nel mondo è ricca di avvenimenti, anche drammatici, che l’hanno caratterizzata con insistente frequenza provocando innumerevoli vittime in incidenti di diversa natura. È il prezzo che la società italiana è stata costretta a pagare alle difficili condizioni di vita che hanno portato milioni di nostri connazionali alla decisione di emigrare in altri Paesi, alla ricerca di una speranza nuova per sé e per i propri figli.
Partendo dal passato per progettare il futuro
Tra la fine del mese di gennaio e l’inizio di febbraio ricorrono due diverse occasioni istituite per incoraggiare la memoria, “per non dimenticare”, come universalmente si usa dire: il Giorno della memoria (27 gennaio) per commemorare le vittime dell’Olocausto e il Giorno del ricordo (10 febbraio) destinato alla tragedia delle foibe e all’esodo giuliano-dalmata.
L’attualità di queste due “giornate” ci appare utile come spunto per una breve riflessione sulla necessità della memoria e sul ruolo che questa “nobile” facoltà intellettiva può svolgere favorendo il processo di trasmissione delle conoscenze. La memoria, infatti, aiuta ad attualizzare il passato e consente di averne consapevolezza ogni qualvolta ci si propone di sottoporlo a una riflessione o ad una rielaborazione critica.
Ribelle e audace per natura, fu in grado di rivoluzionare la moda con abiti, profumi, gioielli e pelletteria con uno stile modellato a sua immagine
Non meno affascinante di Pierre Cardin è la parabola esistenziale e professionale di Coco Chanel (Samur, 19 agosto 1883 – Parigi 10 gennaio 1971) la cui figura ricordiamo nelle sue linee essenziali in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa. Gabrielle Bonheur Chanel, conosciuta in tutto il mondo come Coco Chanel, nasce da una famiglia povera. Il padre, venditore ambulante, alla scomparsa prematura della madre, l’affida alle suore della Congregazione del Sacro Cuore nella cittadina di Aubazine.
L’incredibile storia di un uomo che ha rivoluzionato la moda, un precursore che ha immaginato tutto quello che oggi amiamo
Se n’è andato allo scadere del 2020, all’età di 98 anni. Pierre Cardin, sangue italiano nelle vene – il suo nome è Pietro Costante Cardin – nasce a Sant’Andrea di Barbarana (Treviso) il 2 luglio 1922. Ultimo di otto figli di facoltosi contadini veneti, alla conclusione del primo conflitto mondiale si vedono costretti a fronteggiare una condizione economica divenuta precaria che nel 1924 li induce a emigrare in Francia.
Parlare di Pierre Cardin significa riferirsi ad un talento assoluto, a uno stilista che ha contribuito a fare la storia della moda mondiale, portando all’interno di questo affascinante pianeta una rivoluzione di idee e di stili che l’hanno imposto tra i grandissimi di sempre.
In pochi sanno il segreto di questa dolce melodia e delle sue origini: la canzone originale venne infatti composta e scritta in lingua napoletana
Ha il sapore del “made in Puglia” la più nota melodia natalizia, conosciuta universalmente col titolo Tu scendi dalle stelle e cantata in tutto il mondo. La “pastorale”, questo il nome tecnico della composizione, si deve a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, che ebbe l’ispirazione per il canto diventato nel tempo la colonna sonora del Natale, durante la sua permanenza nel convento della Consolazione di Deliceto, cittadina dei Monti Dauni in provincia di Foggia.
Musicista di talento e precursore del melodramma italiano. Omaggio ad Enrico Antonio, il grande musicista del ‘500 orgoglio dei foggiani
Il personaggio oggetto di questa breve ricerca non rientra fra i più noti del panorama culturale della Puglia.
Con qualche colpevole rammarico, però, perché
Le produzioni di Radesca, infatti, da un punto di vista squisitamente storico-musicologico si offrono come riferimento indifferibile nella prima fase della monodia italiana del Seicento.
Mariateresa Di Lascia, una vita spesa per rivendicare e difendere i diritti degli ultimi
Personaggio complesso quello di Maria Teresa Di Lascia, non nell’accezione negativa del termine, bensì per l’articolazione piuttosto fitta degli elementi caratteriali e culturali e per gli interessi che hanno animato i suoi anni.
Si è spenta a Roma il 10 settembre del 1994. Il suo romanzo postumo "Passaggio in ombra" ha vinto il Premio Strega l'anno successivo alla sua morte, avvenuta a 40 anni